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Dal Salesi di Ancona all'Uganda per operare bimbi e adolescenti

Dal Salesi di Ancona all'Uganda per operare bimbi e adolescenti

Due chirurghi per 70 interventi in laparoscopica mininvasiva

ANCONA, 29 marzo 2025, 10:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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In dieci giorni hanno effettuato 70 interventi chirurgici a neonati, bambini e adolescenti all'ospedale di Lacor, distretto di Gulu, nel nord dell'Uganda, tra la seconda metà di febbraio e l'inizio di marzo. Sono i due chirurgi Alba Cruccetti ed Edoardo Bindi del team della Clinica di Chirurgia Pediatrica del presidio 'Salesi' di Ancona, diretta dal professor Giovanni Cobellis, che da tre anni aderisce a una campagna portata avanti da una onlus di Vicenza, Surgery for Children.
    Per la prima volta in una struttura ospedaliera di quel Paese hanno effettuato interventi con la tecnica laparoscopica mininvasiva. "Da noi questa tecnica è stata introdotta anni fa e ci sono state già delle evoluzioni tecniche e tecnologiche, in Uganda tutto ciò è una novità assoluta, spiega Bindi, alla terza esperienza e Cruccetti alla prima esperienza in nel paese africano. "La prima parte della nostra missione a Gulu è stata dedicata alla selezione dei casi clinici da operare, fissando delle priorità considerando l'enorme lista d'attesa. In Uganda generalmente la sanità si paga, compresi gli interventi e molte famiglie, soprattutto in zone rurali come quella di Lagor, hanno difficoltà anche a pagarsi il viaggio per recarsi in ospedale.
    Patologie che da noi sarebbero quasi routinarie, in aree simili dell'Africa peggiorano per mancanza di screening e carenza di farmaci. Ci ha colpito, la difficoltà nel reperire il materiale base, dai cerotti ai sondini fino ai cateteri e agli antibiotici". "Il caso più particolare, assurdo per certi versi, è stato quello che ha colpito tre fratelli, due femmine e un maschio adolescenti, con altrettante anomalie sessuali durante il loro sviluppo mai affrontate e curate. Per il resto, i bambini lì sono gioiosi e felici per una caramella, un palloncino, mentre nello sguardo dei loro genitori c'è davvero tanta rassegnazione, umiltà, rispetto e mai una protesta. Noi abbiamo portato le cure, la formazione per i chirurghi del posto che hanno buone basi, ma tornando anche noi abbiamo ricevuto molto da questa esperienza".
    Dieci ore di lavoro al giorno per intervenire su tanti bambini che altrimenti non avrebbero avuto alcuna possibilità di essere curati, portando la conoscenza medico-chirurgica del presidio materno-infantile di Ancona in quell'area sperduta del grande continente nero: "Lì è tutto più difficile, la vita e la sopravvivenza delle persone _ hanno aggiunto i due chirurghi del 'Salesi' colpiti dall'incredibile numero di bambini che avrebbero bisogno di cure serie, specie nei contesti rurali dove alla povertà spesso si aggiunge anche lo stigma sociale di chi si porta dietro patologie particolari. Cosa resta di questa missione? "I sorrisi dei bambini trattati in ospedale, gli sguardi a volte rassegnati dei genitori e in generale - spiegano Bindi e Cruccetti - aver capito quanto siamo fortunati rispetto alla situazione in luoghi e comunità come questi".
   

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