Il presidente serbo Aleksandar
Vucic ha detto che fra due o tre giorni giungeranno a Belgrado
esperti dei servizi di sicurezza russi (Fsb), e nel giro di una
settimana i loro colleghi americani dell'Fbi, per verificare il
presunto impiego di un cannone sonoro alla grande manifestazione
del 15 marzo a Belgrado. Accusa che da dieci giorni ripetono
studenti e forze di opposizione, ma che Vucic e il governo
respingono regolarmente con forza. Citato dai media, Vucic ha
aggiunto che sono i benvenuti anche eventuali esperti delle
Nazioni Unite, come richiesto da alcuni. "Noi non abbiamo nessun
problema, siamo un Paese aperto e da noi può venire chi vuole.
Che vengano e verifichino, ma non si dicano menzogne, e mi
riferisco anche al Parlamento europeo", ha affermato il
presidente. Sotto l'incalzare delle accuse sul presunto utilizzo
del cannone sonoro per disperdere i manifestanti, le autorità di
Belgrado hanno chiesto nei giorni scorsi l'intervento di esperti
russi e americani per fare chiarezza. Lungo l'arteria centrale
di Kralja Milana, durante il raduno del 15 marzo, la folla di
manifestanti presa dal panico si era all'improvviso ritirata
scappando impaurita sui due lati della strada, denunciando un
forte sibilo. Una circostanza che resta ancora inspiegabile e
alla quale non è stata data una risposta esauriente.
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