Il 2024 è sulla strada per essere
l'anno più caldo mai registrato: la temperatura media in
superficie, nel periodo da gennaio a settembre, è stata di 1,54
gradi sopra i livelli pre-industriali, spinta dal fenomeno del
Nino (il riscaldamento periodico del Pacifico centro-orientale).
Lo scrive l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo,
organismo Onu) nel suo rapporto "State of the Climate Update",
diffuso nella prima giornata della Cop29 di Baku, in
Azerbaigian.
Per 16 mesi consecutivi, scrive la Wmo, dal giugno del 2023
al settembre del 2024, la temperatura media ha probabilmente
superato ogni record precedente, e spesso di un ampio margine.
La Wmo sottolinea che superare per un anno o più i limiti
dell'Accordo di Parigi, non significa mancare l'obiettivo: il
superamento del limite deve essere inteso per un periodo esteso,
tipicamente un decennio o più, per quanto l'Accordo non fornisca
una definizione specifica. I gas serra hanno raggiunto livelli
record nel 2023, e i dati attuali mostrano che questi continuano
a crescere nel 2024. La concentrazione di Co2 nell'atmosfera è
cresciuta da 278 parti per milione (ppm) nel 1750 a 420 ppm nel
2023, un aumento del 51%. Questo ha provocato l'aumento delle
temperature. Il calore contenuto negli oceani ha raggiunto nel
2023 il suo livello più alto mai registrato, e i dati
preliminari mostrano che nel 2024 il fenomeno è proseguito a
livelli simili. Il livello dei mari dal 2014 al 2023 è salito a
un tasso di 4,77 mm all'anno, più del doppio del tasso fra il
1993 e il 2002. I ghiacciai nel 2023 hanno perso in media 1,2
metri di ghiaccio, cinque volte l'acqua del Mar Morto, la
perdita più grande da quando si fanno questi rilevamenti, dal
1953. L'estensione dei ghiacciai dell'Antartide è stata la
seconda più ridotta dal 1979, da quando ci sono registrazione
satellitari, dopo quella del 2023.
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