Per il leader nazionalista
serbo-bosniaco Milorad Dodik, l'unica via d'uscita alla profonda
crisi della Bosnia-Erzegovina (BiH) è di scegliere tra la
conclusione di un nuovo accordo istituzionale o di andare a una
separazione fra le due entità che compongono il Paese. "La
Republika Srpska (Rs) è in un'ottima posizione, e una per una le
restituiremo le competenze che le appartengono. La Republika
Srpska e il popolo serbo non hanno nulla a che fare con la
Bosnia-Erzegovina, che è un Paese impossibile. E l'unica
soluzione è o un nuovo accordo o separarsi", ha detto Dodik in
un post su Instagram, ripreso dai media serbi.
Posizione da lui confermata in una intervista oggi al
quotidiano belgradese Politika, nella quale ha annunciato la sua
intenzione di ricandidarsi nelle prossime elezioni alla
presidenza della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba
del Paese balcanico. L'altra è la Federazione croato-musulmana.
Ribadendo la sua convinzione secondo cui il Tribunale e la
Procura di BiH sarebbero organi incostituzionali sotto il
controllo di clan criminali, Dodik ha detto che contro la
Republika Srpska si sta conducendo "un'azione ibrida organizzata
con l'obiettivo di decapitarla politicamente e
istituzionalmente".
Un piano diretto a "lasciare l'entità senza leadership
politica, consentendone l'indebolimento, a favore di una sempre
maggiore centralizzazione" della BiH. E tutto ciò, ha osservato,
grazie alle decisioni illegali di uno "straniero" (l'Alto
rappresentante internazionale in BiH, il tedesco Christian
Schmidt, ndr), che non ha alcuna legittimità e che crede di
poter legiferare a suo piacimento e imporre delibere a danno dei
serbi. Dodik ha poi confermato che il 9 maggio sarà sulla piazza
Rossa a Mosca, per le celebrazioni solenni dell'80/mo
anniversario della vittoria sul nazifascismo.
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