Continua a contrarsi la fiducia
delle imprese piemontesi, condizionate dal generale quadro di
incertezza e dai timori per la crescita di costi energetici,
materie prime e logistica. Aumenta il numero delle aziende che
prevedono un calo della produzione, degli ordini, della
redditività e dell'export. Solo un'impresa su quattro ha ordini
garantiti per oltre sei mesi. Le attese sull'occupazione sono
positive, ma inferiori allo scorso trimestre e si impenna il
ricorso alla cassa integrazione nel manifatturiero. Crescono
però gli investimenti e il tasso di utilizzo degli impianti
rimane invariato. A Torino la fiducia si attenua, ma è superiore
alle altre province. È il quadro che emerge dall'indagine
congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell'Unione
Industriali Torino tra 1.300 aziende manifatturiere e dei
servizi del sistema confindustriale piemontese.
"Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza e
complessità, ma in questo contesto l'eterogeneità del nostro
tessuto produttivo, insieme alla concreta propensione di tutta
la nostra industria a innovare e a competere nel mondo,
continuino a rappresentare il valore aggiunto dell'economia del
territorio. Ne è prova la tenuta degli investimenti", commenta
Marco Gay, presidente dell'Unione Industriali Torino.
"Gli investimenti privati anche nel 2025 rappresentano la
migliore politica industriale possibile. E ciò è tanto più vero
per le pmi. Gli interventi inseriti nella manovra di bilancio
sull'Ires premiale e i correttivi sul piano Industria 5.0,
possono infatti tenere attiva questa fondamentale leva di
sviluppo e crescita dimensionale delle imprese, integrandosi
alle risorse che arrivano dal Pnrr dal fronte pubblico"
sottolinea Andrea Amalberto, presidente di Confindustria
Piemonte.
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