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Otto ore di coda a ufficio immigrazione, 'disservizio razzista'

Otto ore di coda a ufficio immigrazione, 'disservizio razzista'

Il caso a Torino. Giusta, ecco dove nasce rabbia periferie

TORINO, 17 gennaio 2025, 17:19

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Otto ore" di coda inutile davanti all'ufficio immigrazione, a Torino, per un "errore" commesso dalla stessa questura. L'episodio è stato segnalato via Facebook ed è stato rilanciato da Marco Giusta, assessore ai diritti ai tempi della giunta guidata da Chiara Appendino e oggi collaboratore del gruppo Avs in consiglio regionale.
    Una persona di origine straniera che aveva chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno di lungo periodo era stata invitata, lo scorso 17 dicembre, a presentarsi nella sede di corso Verona il 16 gennaio alle 10:09 perché, secondo quanto si legge, nella domanda mancava della documentazione. Dopo otto ore di coda, una volta entrata nell'ufficio si è sentita dire che le carte, in realtà, sono tutte in regola, "e che hanno sbagliato loro, la questura, a mandare la convocazione". "Almeno hanno chiesto scusa", è stato il commento.
    Giusta, in un post sui social, parla di "disservizio che ha il gusto di razzismo istituzionale" e descrive il sito di corso Verona "un posto dove le persone si mettono in coda d'inverno la sera prima, dormono all'addiaccio pur di riuscire a rinnovare un visto, ottenere un permesso, per 'restare nella legalità', per poter continuare a vivere, a lavorare", ma dove "i cessi sono chiusi o sono cloache a cielo aperto, la coda è interminabile e ci sono solo 40 posti per le pratiche, operatrici e operatori sono pochi e molti sono stati lasciati a casa dalla Questura perché scaduti i termini per i contratti in somministrazione".
    Giusta afferma che "la rabbia delle periferie", la "protesta", la "radicalizzazione", il "sentimento di non appartenenza" e "la violenza che tanto viene raccontata in questi giorni" nasca anche da episodi come questo.
   

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