Sono 5.000 i lavoratori
metalmeccanici - secondo Fim, Fiom e Uilm - che partecipano alla
manifestazione per il contratto a Torino. Alte le adesioni in
tutta la provincia con punte - spiegano i sindacati - del 90%
alla Leonardo di Caselle e del 95% alla Marelli, vuote le
officine dell'Avio Rivalta.
"Lo sciopero di oggi - ha detto Luigi Paone, segretario
generale della Uilm torinese - è per rivendicare l'apertura del
tavolo di trattativa con gli industriali, che riguarda 2 milioni
di lavoratori metalmeccanici per i quali questo contratto è
fondamentale. Riteniamo che, in questo momento di difficoltà del
Paese, occorra puntare su salario e orario: aumentando il potere
d'acquisto dei lavoratori si fa ripartire il mercato interno,
diminuendo l'orario si riduce la cassa integrazione e
redistribuendo il lavoro riduce l'utilizzo degli ammortizzatori
sociali. Alla nostra controparte chiediamo che venga inserita
una percentuale massima di somministrazione per ridurre il
precariato e dare un futuro ai giovani. Il nostro contratto non
rappresenta un semplice aumento di salario, ma l'idea di Paese
che noi abbiamo".
"Lo sciopero è andato benissimo, abbiamo svuotato le
fabbriche. Le produzioni si sono ovunque fermate e c'è stata una
grande partecipazione allo sciopero. E' un segnale che i
lavoratori vogliono il contratto. Se non ripartirà la trattativa
continueremo con forme di lotta specifiche nei luoghi di lavoro
per disarticolare la produzione, con scioperi che costano poco
ai lavoratori ma creano un danno altissimo alle imprese" ha
detto il segretario generale della Fiom torinese Edi Lazzi. "Gli
industriali riflettano e aprano la trattativa. Il contratto dei
metalmeccanici è stato sempre firmato, non vogliamo creare un
precedente negativo nella nostra storia. I dati sui salari
dicono che in Italia dal '91 a oggi sono cresciuti dell'1%,
mentre l'incremento medio dei Paesi Ocse è del 32%".
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