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PressRelease
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Responsabilità editoriale di skuola network srl
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Una voce storica – ancora oggi tra le più apprezzate del panorama radiofonico – che ha accompagnato intere generazioni di ascoltatori di RDS. Da qualche tempo, inoltre, fa parte del corpo docente di Amici, il celebre talent show ideato e condotto da Maria De Filippi. La carriera di Anna Pettinelli ha avuto un unico denominatore comune: la musica, in tutte le sue forme.
Una carriera iniziata chiamando una delle due radio private esistenti al tempo per chiedere di trasmettere le sue canzoni preferite: 40 anni fa non esisteva certo Spotify, quindi ci si faceva aiutare dalle emittenti radiofoniche. Da lì alla diretta il passo è stato breve, fino alla conduzione del Festival di Sanremo.
Ma questi sono solo alcuni passaggi significativi della sua storia. A raccontarli lei stessa, in un nuovo episodio di Wannabe, il videopodcast di Skuola.net, con cui il portale studentesco vuole far conoscere ai più giovani i "segreti" dietro il successo dei personaggi famosi.
Non si esagera affermando che Anna Pettinelli, a modo suo, sia una leggenda della musica italiana: non potrebbe essere altrimenti, considerando che la nota speaker radiofonica vanta ben 37 anni di carriera in RDS. Tuttavia, se parliamo di musica, bisogna fare ancora un passo indietro e tornare al tempo in cui la professoressa di Amici aveva 16 anni.
Fu allora che suo padre le regalò per Natale uno stereo con un potente amplificatore e un sintonizzatore: per Anna, fu l'inizio di una storia d'amore con la musica. All'epoca erano due le radio chiamate libere, perché poi sono diventate private. Io sentivo queste radio e telefonavo perché si potevano fare le dediche e richiedere canzoni.
In breve tempo, divenne amica della responsabile delle telefonate, che un giorno la invitò in studio: "Mi disse 'perché non non vieni a trovarci?". Sono andata negli studi di questa che all'epoca si chiamava Teleromacavo, adesso a Roma è conosciuta come Teleroma 56". Per lei fu la prima opportunità lavorativa nel mondo delle radio: "La ragazza che faceva il programma di sera dalle 10 non c'era, così mi hanno messo il microfono davanti e da lì non ho più smesso", racconta.
Il destino ha il suo modo di lavorare, ma stai pur certo che alla fine ti troverà. Così, come spesso accade ai grandi, anche la carriera di Anna Pettinelli è iniziata quasi per caso. Tuttavia, il successo – quello no – non è arrivato casualmente. Lei stessa rivela che si è trattato di una combinazione di passione, curiosità e duro lavoro.
Per chi desidera seguirne le orme, i suoi consigli sono chiari: leggi tantissimo, informati continuamente e sii curioso del mondo. La radio, infatti, non è solo comunicazione, ma anche la capacità di raccontare e far vivere esperienze a chi ascolta: "Tu sei gli occhi e le orecchie di chi non può leggere o informarsi".
La preparazione e l'attenzione ai dettagli sono fondamentali: Anna, infatti, prepara il suo programma con precisione maniacale, spesso smontandolo e ricostruendolo addirittura durante la notte, se accade qualcosa di nuovo.
Dietro una carriera di successo si nascondono anche momenti difficili. Anna racconta di quando, dopo sei anni a "Discoring", le fu proposto un ruolo che riteneva poco adatto al suo percorso. Con coraggio, lasciò la RAI e si reinventò, dimostrando che la determinazione può trasformare un ostacolo in un'opportunità.
Inoltre, gestire il lavoro e la vita privata non è sempre stato semplice, ma Anna è riuscita a coinvolgere la sua famiglia, portando persino sua figlia Carolina con sé sul palco o durante le interviste.
Un elemento chiave della sua carriera è stata la forte autostima, coltivata attraverso anni di esperienza e la consapevolezza della propria unicità. "L'autostima nasce dal riconoscere le proprie peculiarità e accettare pregi e difetti", spiega Anna. Anche l'ansia da prestazione, affrontata durante momenti inaspettati come il serale di Amici, si combatte con una preparazione solida e costante.
Siamo abituati a vedere Anna Pettinelli in prima linea nella formazione degli insegnanti di Amici: con i colleghi avversari a volte in puntata scoppiano scintille. Se con Lorella Cuccarini di solito finita la puntata si torna ad essere amiche, con Rudy Zerbi le cose restano più o meno come vengono lasciate in tv.
Forte della sua preparazione, Anna afferma di non provare mai ansia da prestazione. Anche se confessa che una volta, proprio ad Amici, ha avuto il cuore in gola. Il motivo? Doversi esibire in una prova di ballo, espressione artistica che non ha mai coltivato ad alti livelli. Al contrario le piacerebbe un giorno recitare in una soap opera come "Un Posto al Sole".
Essere una voce della radio non significa solo intrattenere, ma anche saper comunicare con profondità e leggerezza: "Devi essere bravo a trasferire emozioni con le sole parole", sottolinea Anna, "perché la radio non mostra immagini, ma deve farle vivere a chi ascolta". È questa abilità, unita alla passione e al talento, che ha reso Anna Pettinelli una delle voci più amate e riconosciute d'Italia.
Essere un personaggio pubblico non è sempre semplice, e Anna Pettinelli lo sa bene. Come racconta, ogni giorno riceve messaggi di ogni tipo, molti dei quali carichi di odio immotivato: "Mi piacerebbe dire che non me ne frega niente, ma non è vero", confessa.
Un odio, spesso generato da incomprensioni o da fan troppo appassionati, è un peso difficile da ignorare: "Se critico un allievo ad 'Amici' o un cantante, lo faccio per aiutarli a crescere, non per cattiveria", spiega Anna, sottolineando che il suo lavoro richiede onestà, non compiacimento.
La sua visione è chiara: essere fan di qualcuno non significa comportarsi come un ultrà: "È come allo stadio", dice, "puoi tifare la tua squadra, ma senza essere violento o irrispettoso verso gli altri".
Nonostante la sua carriera pionieristica, Anna Pettinelli ammette di aver avuto un'ispirazione importante: Maurizio Costanzo. "Non mi ha mai dato consigli diretti, ma osservandolo ho imparato moltissimo"; racconta. Dai tanti anni al Costanzo Show, ha rubato, come dice lei, il modo ficcante di fare domande e la capacità di creare empatia con gli ospiti. Anche se non si definisce la sua erede, ricorda Costanzo con affetto e riconoscenza per l'impatto che ha avuto sul suo percorso.
Quando si tratta di descriversi attraverso l'arte, propone un gioco interessante: non scegliere la propria canzone preferita, ma quella che più la rappresenta. La sua? "Bitter Sweet Symphony", dei Verve, un brano che rispecchia la sua anima. Per i libri, si identifica ne "Il giovane Holden". Mentre tra i film sceglie il lato più leggero e romantico di "Love Actually": nonostante sia una grande fan della fantascienza, con titoli come "Blade Runner" nel cuore, Anna ammette che una commedia corale, capace di far ridere e commuovere, è ciò che più la rappresenta.
Come molti di voi sapranno, la figlia di Anna sta ripercorrendo le orme materne e anche lei è una affermata voce della radiofonia italiana. Tra le due, tuttavia, il rapporto è conflittuale ma nel contempo ottimo. Tanto che, afferma Anna, "dovremmo fare una sitcom insieme". Al momento vivono in due case diverse e condividono la passione per i cani: uno fa compagnia sempre alla mamma, mentre gli altri due affiancano la figlia. E si districano nell'incalcolabile collezione di scarpe di Anna.
L'intervista si chiude con un messaggio sincero per i giovani che la seguono: "Studiare è fondamentale". Non è facile sacrificarsi, ma è necessaria una solida preparazione per affrontare un mondo sempre più competitivo: "La pappa pronta non esiste", dice Anna Pettinelli, "e oggi la competizione là fuori è davvero dura".
Diretta, decisa, tosta. Ma sempre motivante. Per questo l'invito che rivolge ai ragazzi è quello di non mollare e di investire su se stessi: "La preparazione non è solo una scelta, è una necessità". Anche perché "ho visto college più belle di me perdersi per strada, la bellezza sfiorisce, la competenza resta".
Qui l'intervista completa: https://www.youtube.com/watch?v=U3Bd2eaJ-6w
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