Dopo trent'anni di servizio, prima
come pm poi come aggiunto, Laura Pedio lascia la Procura di
Milano per andare a dirigere quella di Lodi. E lo fa con un
discorso in cui, in modo stringato, fa il bilancio della sua
esperienza in un ufficio che ha definito la sua "casa".
Originaria di Brindisi, Laura Pedio a 28 anni ha cominciato
a lavorare nel capoluogo lombardo, inzialmente alla Procura
presso la Pretura e poi, in seguito alla riforma del 1999, al
quarto piano del palazzo di Giustizia. "Ho trascorso qui
trent'anni e ne sono orgogliosa. Milano è una città
straordinaria. È la cartina tornasole dello stato del Paese e
questa procura ne è lo specchio", ha detto. Da allora "sono
cambiate molte cose, ma ciò che non è cambiato è questo ufficio
che continua ad essere all'avanguardia, un luogo di innovazione,
di cultura giuridica, di sperimentazione nelle investigazioni in
tutti settori di contrasto alla criminalità".
Oltre a ringraziare tutti i colleghi, i suoi assistenti, la
polizia giudiziaria, il personale amministrativo, ha
sottolineato come questi ultimi anni sono stati caratterizzati
da una "collaborazione proficua" e una "grande intesa"
professionale con il procuratore Marcello Viola. Inoltre,
rivolgendosi al Presidente della Corte d'Appello, Giuseppe
Ondei, ha ricordato le sue "doti di organizzatore", garanzia
anche per il futuro, in quanto sarà sempre a capo del "mio
distretto".
Definendo la procura di Milano un "unicum" anche
nell'accoglienza ai giornalisti, "sempre presenti, perchè si
lavora con trasparenza", ha messo in luce quanto la "sinergia
interna ed esterna, con il Tribunale o i gip, è stata la nostra
forza e ci ha consentito di affrontare" le criticità e "a
farcela, perchè Milano ce la fa sempre" come è capitato durante
la pandemia: "Ci siamo inventato un ufficio da remoto e il
processo telematico" così da "garantire tutela a vittime e
imputati".
Infine un accenno alle "difficoltà degli ultimi anni" dovuti
alle tensioni e agli scontri tra pubblici ministeri ben noti.
"Hanno rafforzato in me - ha spiegato - la convizione che
lealtà, fiducia, trasparenza e onestà intellettuale sono valori
che mai devono essere dati per scontati e che dobbiamo coltivare
perché su questi si fonda lavoro di squadra".
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