(v. 'Calciatore ucciso da bomba nel 2015...' delle 08:33)
"Voi siete i nostri numeri 10, grazie
per tutto quello che fate". Così Lea Martimucci, sorella del
calciatore Domenico, ucciso il 5 marzo del 2015 ad Altamura
quando aveva 27 anni, da una bomba piazzata in una sala giochi,
si è rivolta al procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, in
occasione della conferenza stampa sull'arresto di Nicola
Centonze e Nicola Laquale che, secondo l'accusa, hanno
rispettivamente coordinato l'attentato dinamitardo e aver
fornito l'ordigno.
"Questi uomini e queste donne - ha aggiunto parlando con i
cronisti Martimucci, che ha fondato la onlus 'Noi siamo Domi' -
nel silenzio continuano a a salvaguardare sia le nostre vite che
il nostro futuro. Siamo veramente grati e la giustizia prima o
poi arriva. Sono i nostri numeri 10, com'era mio fratello in
campo".
"In questi dieci anni - ha proseguito - è cambiato tutto per
noi: ogni giorno è il 5 marzo, però ogni giorno ci svegliamo con
un obiettivo. Sicuramente non riusciremo a cambiare il mondo da
soli, ma insieme alla comunità, insieme alla nostra
associazione, alla famiglia e agli uomini dello Stato. Lavoriamo
insieme per un futuro migliore. Nella nostra città, Altamura,
c'è stato un prima e un dopo Domi, e questo effettivamente sul
territorio si vede perché la mafia purtroppo esiste e si
rigenera". "Lo sappiamo - ha evidenziato - però noi ci siamo e
siamo delle sentinelle sul territorio e insieme agli uomini
dello Stato cerchiamo di mettere un freno e possiamo cambiare
sul territorio insieme ai ragazzi".
"Secondo me - ha concluso - adesso Domi sta ridendo e sarà
sicuramente orgoglioso di noi di quello che stiamo facendo".
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