Utilizzare le tecniche della
diagnostica per rilevare correnti, percorsi e punti nei quali
detriti come buste di plastica o bottiglie si accumulano nel
mare. Per poi riutilizzarli come materiale nella filiera del
cemento. E' l'obiettivo del progetto europeo Prevent (Pollution
reduction and early-warning for vulnerable ecosystems in
adriatic-ionian territories programme), finanziato nell'ambito
del programma Interreg Ipa Adrion, che intende ridurre
l'inquinamento e difendere gli ecosistemi più vulnerabili
dell'area jonico-adriatica-jonica. Capofila del progetto è il
Politecnico di Bari i cui ricercatori sono impegnati nello
studio di un metodo sostenibile per il riutilizzo dei rifiuti
plastici che invadono l'ambiente.
L'obiettivo principale, spiega il PoliBa in una nota, è
"trasformare i rifiuti plastici in una risorsa preziosa per
l'industria del cemento, attraverso la loro integrazione come
materiale di rinforzo nelle miscele cementizie. Questa soluzione
innovativa potrà creare un ciclo virtuoso di riutilizzo per
ridurre l'inquinamento ambientale e promuovere l'economia
circolare".
Il progetto Prevent è in fase operativa, è stato predisposto
un protocollo di intesa sottoscritto da tutti i partner e,
contemporaneamente, è stata istituita una rete per facilitare
scambi e contatti tra esperti e stakeholder. Parallelamente,
sono in corso test pilota per la valutazione di nuovi sistemi di
monitoraggio per consentire interventi mirati alla protezione
delle aree più sensibili dell'ecosistema adriatico-ionico. Si
sta inoltre procedendo alla raccolta di dati per l'elaborazione
del Piano d'azione adriatico-ionico resiliente al clima,
documento strategico che definirà misure operative per
contrastare gli effetti combinati dell'inquinamento e dei
cambiamenti climatici. Nel progetto, che si concluderà nel 2027,
sono coinvolti sette Paesi europei e dieci partner, il
finanziamento ammonta a un milione e 600mila euro.
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