LUCCA - Tre mesi in camper attraverso lo Stivale, con l'obiettivo di raggiungere e scalare la montagna più alta di ogni regione italiana, incontrare scuole e associazioni del territorio, per promuovere lo sport paralimpico in Italia. E' l'obiettivo del tour dell'alpinista e atleta paralimpico lucchese Andrea Lanfri.
La partenza è fissata l'1 aprile e si concluderà a luglio, unendo diverse attività sportive: dal trekking alla scalata, dalla corsa alla bici, sempre con lo scopo principale di raggiungere la vetta più alta di ogni regione. In viaggio con Andrea, si spiega in una nota, ci saranno le associazioni del territorio, ma non solo. Parte di questi viaggi saranno infatti condivisi con altri atleti e ospiti. Verrà affrontato anche il tema della lotta alla meningite e la possibilità di prevenirla con la vaccinazione.
Lanfri è stato colpito da meningite fulminante nel 2015 e, dopo un anno in ospedale, decide di riprendere in mano la sua vita e l'attività sportiva, nonostante l'amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani. Andrea ha vinto la sfida contro la malattia conquistando, dopo numerosi tentativi, grandi risultati nella corsa nei 100, 200 e 400 metri, ma non ha mai rinunciato alla sua grande passione: l'alpinismo. Le imprese alpinistiche sono state tante e la scalata dell'Everest l'ha reso il primo pluriamputato a realizzarne l'ascensione, un'impresa unica al mondo.
"Questa volta non si tratta di fare un'impresa sportiva o alpinistica - spiega -, l'obiettivo di questo tour è quello di trasmettere ad altre persone la stessa energia positiva che mi ha permesso di essere la persona che sono oggi. Per me è una cosa naturale, ma sapere che il mio modo d'essere può essere di aiuto a persone che hanno incontrato un intoppo simile al mio riesce sempre a darmi ulteriore motivazione ed energia. Per questa ragione cerco di condividere le mie esperienze con quante più persone possibile: ho compreso nel tempo che la mia esperienza può aiutare a motivare chi ascolta nell'affrontare con positività le difficoltà della vita, piccole o grandi che siano, e magari può aiutare a superarle. È il mio modo per dimostrare che i limiti in realtà non sempre sono reali".
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