Circa 300 giovani in condizione di fragilità incontrati ogni anno negli ospedali (per malattie oncologiche, disturbi alimentari, sieropositività dalla nascita, malattie genetiche, ecc.), 60 aziende coinvolte in progetti di comunicazione e inclusione lavorativa, una comunità di 200 ragazzi e ragazze che hanno la possibilità di mettersi in gioco e andare oltre la propria malattia, attraverso esperienze pratiche, formazione, incontri con professionisti, progetti con aziende. E' il bilancio di attività della Fondazione 'Il Bullone', presentato oggi alla Camera, che accompagna adolescenti e giovani adulti che hanno o hanno vissuto esperienze di patologie importanti, alla riscoperta della propria identità oltre la malattia.
Nel mondo, osserva la Fondazione in una nota, ci sono circa 1 miliardo di disabili e molte aziende non hanno ancora le capacità e la sensibilità per accoglierli. Da dati Eurostat emerge che le persone con disabilità hanno meno possibilità di trovare lavoro rispetto ai loro coetanei non disabili. In Italia, ad esempio, solo il 51,3% delle persone con disabilità ha un lavoro e anche coloro che sono occupati si trovano spesso a vivere situazioni di grave discriminazione. Tuttavia, precisa la Fondazione, un'alternativa è possibile ma è necessario un impegno collettivo e costante da parte delle istituzioni ma anche delle imprese e della società civile. "I ragazzi attraverso il lavoro e la disciplina del fare distolgono lo sguardo dalle proprie sofferenze entrando in un flusso di vita reale e costruttivo - ha dichiarato Bill Niada, fondatore e Presidente della Fondazione Bullone - facendo 'rendere' le proprie fragilità e ritrovando la propria identità dove la malattia è un "anche" della propria esperienza e non un "tutto".
Non si sentono più solo dei malati, diversi, soli, bensì utili, capaci e parte attiva della società. Come Fondazione puntiamo a un mondo che, per prosperare, deve avere (e dare) un valore umano all'impatto economico". Secondo Sofia Regre Reinach, direttrice generale della fondazione 'Il' Bullone, "è necessario si lavori tutti insieme per diffondere una cultura collettiva in cui l'inclusione lavorativa di persone con disabilità o in differenti situazioni di fragilità, non sia per le aziende solo una cosa da dover fare, ma una risorsa".
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