(dell'inviata Angela Majoli)
Wild Boys per sempre. Sanremo si
tuffa negli anni '80 con il ritorno dei Duran Duran, a 40 anni
dal loro primo show all'Ariston, quando ad accoglierli sul palco
fu Pippo Baudo. Dopo il medley su Invisible, Notorious, Ordinary
world, la band britannica accoglie sul palco Victoria dei
Maneskin: "We love this girl", dice Simon Le Bon. I segni del
tempo sono evidenti, ma l'effetto nostalgia trascina tutto
l'Ariston quando arriva, come 40 anni fa, il momento di The Wild
Boys. Dalla platea spunta in abito da sposa Katia Follesa: la
gag - con tanto di cartello - si ispira al film Sposerò Simon Le
Bon, simbolo di una generazione di ragazze pazze dei Duran e
della loro musica. L'attrice fa la proposta di nozze al frontman
che la bacia.
Messa a segno una seconda serata da 11,7 milioni di
spettatori, con il 64.5% di share, il festival si apre con
Edoardo Bennato: Sono solo canzonette, il brano-manifesto che
compie 45 anni. "Nel 1980 abbiamo fatto 15 stadi", dice
l'artista, con la pecetta scura sulle scarpe per evitare un
nuovo caso Travolta.
Abito di velluto lungo, spalle scoperte e perle incastonate,
capelli rossi sciolti e orecchini color smeraldo, Miriam Leone è
la prima co-conduttrice a scendere le scale dell'Ariston,
accolta da Conti che conduceva il concorso quando l'attrice nel
2008 fu incoronata Miss Italia. Ricordando il pathos di quei
momenti, insieme si divertono a ripetere il fatidico annuncio:
"Miriam Leone, per il te il festival di Sanremo inizia". Poi
sfoggia un mega abito corolla rosso fiamma: "Il Comune di
Sanremo lo ha approvato nel piano regolatore".
Outfit total white, invece, per Elettra Lamborghini: "Questo
palco mi mette paura!", grida con la voce da bambina e il fisico
da pin-up. "Ho scelto il bianco in onore tuo - dice a Carlo
Conti - perché voglio favorire la tua abbronzatura".
Follesa fa se stessa e punta sulla cifra ironica. Prova a
scendere le scale con il bob: "Se devo morire mi devo
divertire". Ironizza sui tempi veloci di Carlo Conti: "Fai così
anche con tua moglie? Dai che c'ho tre secondi!". Poi propone il
suo inno alla body positivity: "Da mesi ho affrontato un
percorso di remise en forme e ho fatto tantissima ginnastica:
non c'è nessun segreto, quello che vedete è frutto di tanta
costanza e soprattutto di tanto sport. Voglio salutare tutte le
donne, le mie alleate che vogliono raggiungere un obiettivo e ci
riescono", dice mentre si agita mettendo in mostra
orgogliosamente le braccia 'a tendina'. Poi tenta il
'monologhino', che in tempi di normalizzazione è vietato
all'Ariston: "Carlo, almeno una bella lettera alla me bambina,
alla me nonna, alla me chihuahua, fidati!".
Il piccolo Samuele Parodi, 11 anni, conosce a memoria tutta
la storia di Sanremo: si merita quanto meno una presentazione
ufficiale, quella di Massimo Ranieri, che introduce in maniera
impeccabile con voce impostata e cartoncino. "Una cosa è certa:
ho trovato il conduttore del prossimo anno", ride Conti.
All'Ariston irrompe stasera anche la forza del Teatro
Patologico, l'inclusione che abbatte le barriere, l'arteterapia
come cura delle disabilità fisiche e psichiche. "Siamo un luogo
magico - dice il fondatore, l'attore e regista Dario D'Ambrosi -
perché aiutiamo e salviamo tantissimi ragazzi e così diamo
speranza a milioni di famiglie, perché quando sta bene un
ragazzo disabile stanno bene mamme, papà, fratelli, nonni,
condomini, quartieri. È da qui che dobbiamo partire per
migliorare la nostra società". Un messaggio che a giugno
approderà all'Onu e che si conclude con la gag della bomba:
"Siamo più forti e più potenti di una bomba atomica: pensate
alla Libia, alla Siria, non fanno altro che buttarsi bombe -
dice uno degli attori - perché non hanno la forza di guardarsi
negli occhi. Noi questa forza qui ce l'abbiamo".
Sfilano in gara 14 Big: ovazione - e endorsement del
cardinale Ravasi - per Brunori Sas, standing ovation per Olly e
Noemi, applausi a tempo per i Coma_Cose. In platea, anche il
generale Roberto Vannacci con la moglie Camelia Mihailescu.
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