Saranno quattro le mozioni
sull'autonomia differenziata che i consiglieri regionali sardi
esamineranno tra qualche ora nell'Aula del palazzo di via Roma.
Due sono quelle presentate della maggioranza del campo largo,
guidato da Alessandra Todde che si è messa alla testa del gruppo
di cinque regioni contrarie alla norma targata Calderoli (anche
Campania, Toscana, Emilia Romagna e Puglia) e che chiederanno il
referendum abrogativo. Due testi identici a quelli votati già da
Emilia Romagna, Campania e Toscana, uno sull'abrogazione totale
e l'altro su alcune parti.
L'opposizione, che non ha raccolto l'appello del presidente
del Consiglio regionale, e segretario sardo dei Dem, Piero
Comandini, a unirsi alla battaglia contro "la secessione dei
ricchi", come l'ha definita la governatrice, presenta due
'contro-mozioni'. Entrambe richiamano al principio di
insularità, inserito all'articolo 119 della Costituzione, che
deve trovare la sua piena applicazione. I Riformatori sardi
chiedono che l'insularità sia propedeutica all'autonomia
differenziata, "oggi nessuno deve avere paura della propria
autonomia, ma deve essere un'autonomia che rispetti il dettato
della carta costituzionale", precisa Aldo Salaris.
Sardegna al centro 20 venti con Antonello Peru come primo
firmatario, chiede invece esplicitamente alla presidente Todde
di "rinunciare, nell'ottica di un rapporto costruttivo con lo
Stato centrale", allo strumento del referendum abrogativo,
"sottraendo una battaglia nazionale e portandola sul merito
delle questioni che riguardano la Sardegna", sottolinea Stefano
Tunis.
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