"Con questo disegno di legge è
possibile che si arrivi a circa il 99% del territorio sardo
vincolato": lo sostiene l'assessore dell'Industria Emanuele Cani
ai microfoni dei cronisti a Villa Devoto al termine della seduta
della giunta che ha approvato il disegno di legge che recepisce
il decreto ministeriale di Pichetto-Fratin sulle rinnovabili,
che assegna alla Sardegna ulteriori 6,2 gigawatt di produzione
di energia green.
Gli impianti eolici e fotovoltaici nelle zone definite come
non idonee, dunque, saranno bloccati. Si supera così la
cosiddetta moratoria impugnata dal governo. Così come sarà
superata anche la proposta di iniziativa popolare cosiddetta
Pratobello 24? "Questa norma rappresenterà un vincolo molto
importante nella regione Sardegna", risponde l'assessore.
E sugli impianti eolici offshore spiega che "stiamo facendo
una battaglia innanzitutto per allontanare il più possibile la
questione della realizzazione degli impianti offshore dalle
coste della Sardegna - chiarisce Cani - e poi nel decreto legge
appena approvato stabiliamo dei vincoli molto importanti
relativamente alle infrastrutture a terra di quegli impianti,
nel senso che consideriamo inidoneo quasi tutto il territorio
costiero regionale".
Soddisfatto anche l'assessore degli Enti locali Francesco
Spanedda: "Un lavoro che, per la sua complessità, sarebbe stato
molto più difficile se non avessimo avuto un confronto franco e
aperto con amministrazioni, tecnici, associazioni, comitati, e
diversi rappresentanti del Consiglio Regionale". "Con questa
legge - aggiunge -, non solo decliniamo i criteri che rendono
un'area idonea o non idonea all'installazione di impianti
rinnovabili, ma stanziamo una dote economica strategica per
comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumulo di energia
elettrica per autoconsumo, efficientamento energetico e
incentivi, anche a fondo perduto, destinati a persone, comuni,
imprese ed enti".
Il ddl, come ha sottolineato anche la governatrice, recepisce
anche "la necessità di dover coprire il fine vita degli impianti
e quindi prevedere l'istituzione di fideiussioni che siano il
doppio del valore degli impianti - ha precisato -. Questo perché
molto spesso le comunità locali si sono trovate a dover gestire
il tema dello smaltimento per impianti già esistenti".
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