Assemblea-presidio dei lavoratori
de La Nuova Sardegna domani a Sassari, sotto la sede della
Fondazione Banco di Sardegna, organizzata da Uilcom Sardegna e
Slc Cgil in seguito alle ultime vicende relative alla proprietà
del quotidiano.
La SAE Sardegna S.p.A., società proprietaria del giornale -
ricordano i sindacati - ha proceduto, nonostante la contrarietà
delle organizzazioni sindacali, al trasferimento di ramo
d'azienda presso una nuova società precostituita, la SAE servizi
srl con capitale sociale di 10.000 euro.
"A tutt'oggi non è stato presentato un piano editoriale -
spiegano Antonello Marongiu, segretario generale della Slc Cgil,
e Tonino Ortega, segretario generale della Uilcom Sardegna - e
non è stato fornito nessun chiarimento sulle future attività
delle maestranze, ragion per cui mancano le condizioni primarie
necessarie per il trasferimento di ramo, soprattutto in
considerazione del fatto che nella nuova azienda dovranno
confluire in futuro altri 35 lavoratori della testata Il Tirreno
di Livorno (sempre facente parte del gruppo SAE).
"Abbiamo già sollevato dei dubbi sull'utilità e la stessa
finalità dell'operazione e le lavoratrici e i lavoratori
manifestano una fortissima preoccupazione in ordine al proprio
futuro occupazionale e alle sorti di un importantissimo presidio
democratico che rappresenta il pluralismo dell'informazione
nella nostra regione. Ricordiamo che l'ultima riduzione di
personale risale a pochi mesi fa, con la dismissione del centro
stampa e la commessa ceduta all'Unione Sarda, che ha visto la
fuoriuscita di 13 lavoratori, e ha fatto seguito a una
ristrutturazione precedente, che auspicavamo risolutiva, nel
settembre 2023".
"Nonostante l'incontro del 19 dicembre con il sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio Alberto Barachini abbia portato
una boccata di ossigeno alla vertenza aperta a Livorno -
concludono le sigle sindacali - sulla riorganizzazione della SAE
e sulle sorti della Nuova il futuro è ancora nebuloso e non
scema la preoccupazione per l'ennesimo spacchettamento del
perimetro occupazionale de La Nuova Sardegna, coi lavoratori che
confluirebbero nel medesimo 'contenitore' in cui sono stati 'per
il momento' collocati i lavoratori toscani".
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