Sale di livello lo scontro tra la
Regione Sardegna e il governo sul piano di dimensionamento
scolastico. La Regione Sardegna va all'attacco di quello che
ipotizza come un provvedimento punitivo da parte del ministero
dell'Istruzione guidato da Giuseppe Valditara. "È un ricatto
bello e buono, è l'ennesimo schiaffo alle Regioni", ha tuonato
oggi l'assessora regionale dell'Istruzione Ilaria Portas con i
giornalisti a margine dell'audizione in commissione Cultura del
Consiglio regionale, sottolineando di essere "pronta a
impugnare" il decreto.
Il 31 dicembre 2024 è scaduto il termine per le Regioni per
dare attuazione alla nuova stretta prevista dal Piano
pluriennale nazionale di dimensionamento della rete scolastica,
indicando ulteriori soppressioni e accorpamenti di istituzioni
scolastiche, presenti nei loro territori, per il 2025-26. La
Sardegna, insieme a Toscana, Emilia Romagna e altre regioni come
la Campania non lo hanno fatto o hanno deciso di attuare una
riduzione più contenuta, inferiore ai numeri imposti dal
ministero dell'Istruzione guidato da Giuseppe Valditara. Ora,
con questo decreto che introduce i premi, il ministero dà tempo
ancora dieci giorni alle Regioni per adeguarsi.
"Il ministero ci chiedeva, per quanto riguarda quest'anno, di
accorpare 9 autonomie scolastiche. In Commissione Istruzione,
con le altre regioni abbiamo chiesto più volte al ministro che
questi parametri fossero rivisti anche sulla base dei numeri
reali. Le Regioni sanno come sono i loro territori e dovrebbero
avere voce in capitolo rispetto a questo". È furiosa
l'assessora: "Se noi, così come le altre Regioni che hanno
dimensionato solo parzialmente o per nulla, non ci adeguiamo ai
numeri del ministero saremo puniti?", si chiede l'esponente
della Giunta Todde.
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