Non solo digitale: oggi nei musei
archeologici e della scienza le vere star sono gli oggetti
reali. È uno dei temi del corso organizzato in questi giorni dal
10Lab, il science centre di Sardegna Ricerche dedicato agli
operatori del sistema museale scientifico dell'Università di
Cagliari. Paola Rodari, direttrice scientifica del 10Lab, spiega
la nuova tendenza: "Proprio oggi che tutti guardano in
continuazione degli schermi, un oggetto tridimensionale, un
reperto archeologico o naturalistico, è molto gradito dai
visitatori".
I musei come strutture vive, in continua evoluzione. "Il loro
ruolo nell'ecosistema educativo ha un peso sempre maggiore, e
per questo motivo è necessario aggiornarsi, confrontarsi e
discutere - chiarisce Rodari - Il corso ha avuto l'obiettivo
specifico di mostrare come oggi i musei siano spazi che vanno al
di là della semplice esposizione di collezioni, ma luoghi adatti
all'incontro e al dialogo fra ricercatrici, ricercatori,
studenti e cittadini in generale".
Non solo tecnologia: "Il digitale è uno strumento con grandi
potenzialità, in parte inesplorate in ambito educativo, ma pur
sempre uno strumento. È giusto che i musei esplorino le
possibilità di utilizzo del digitale, ma ancora più importante -
sottolinea la direttrice scientifica del 10Lab - è avere un
progetto comunicativo educativo chiaro, sapere a che pubblico ci
si vuole rivolgere e con quali messaggi, gli strumenti adatti
vengono dopo".
Si guarda a nuove tecniche. "I discussion game, ad esempio -
spiega sempre Radari -, sono metodologie molto semplici ed
efficaci per facilitare la discussione su argomenti controversi
come le conseguenze dell'intelligenza artificiale o vaccini,
semplicemente grazie all'utilizzo di carte. E funzionano. Le
persone discutono e si esprimono sentendosi protette e sicure di
essere in uno spazio dove la loro esperienza e i loro valori
contano davvero".
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