Un incremento del traffico
nazionale del 6% e di quello internazionale del 28%, nonostante
il trend positivo, il settore dei trasporti aerei in Italia
affronta diverse problematiche, che incidono sulla continuità
territoriale e sulla connettività tra le diverse aree del Paese,
in particolare per le regioni insulari come la Sardegna e la
Sicilia. Le criticità sono esplicitate nel focus dedicato al
trasporto aereo dell'indagine conoscitiva sulla continuità
territoriale, realizzata dalla IX Commissione Trasporti della
Camera, presieduta da Salvatore Deidda (Fdi) e approvata ieri.
Nero su bianco il focus contiene tutte le problematiche
emerse durante le audizioni svolte (la commissione ha audito 70
soggetti, per un totale di oltre 17 ore di seduta). Tra i nodi
la concentrazione delle compagnie low cost sul mercato (il 73%
dei voli nazionali risulta coperto da 5 vettori low cost) che
"crea uno squilibrio competitivo, poiché tali compagnie tendono
a concentrare le loro operazioni sulle rotte più redditizie,
lasciando scoperti i collegamenti meno frequentati, essenziali
per i residenti delle isole". Non solo: "Spesso le compagnie che
offrono servizi di continuità territoriale per l'intero anno
tendono a compensare ulteriormente la condizione di fallimento
del mercato con la vendita dei biglietti nella stagione estiva",
si legge.
Per superare le questioni legate al tema della stagionalità,
esperti del settore hanno proposto di adottare un sistema
cosiddetto "misto, che consenta di aprire il mercato nella
stagione estiva e di assicurare la continuità territoriale ai
residenti nella stagione invernale". Altre criticità riguardano
l'aumento dei prezzi del carburante e l'inflazione dovuti a
fattori geopolitici e l'impiego di algoritmi, profilazione
dell'utente e IA, ossia di strumenti automatici che fanno
incrementare i prezzi. Altro elemento, evidenziato dai vettori è
la necessità di ridurre, fino a eliminare, le addizionali
comunali sul trasporto aereo.
Per quanto riguarda algoritmi e prezzi l'indagine riassume la
situazione: "Tutte le compagnie aeree adottano sistemi di
revenue management tradizionali, senza adattamenti specifici per
le rotte insulari e con limitato uso di Intelligenza
artificiale. I vettori low-cost applicano strategie più
dinamiche e prezzi medi inferiori rispetto ai tradizionali - si
legge -. I prezzi aumentano nei periodi di alta domanda, con
picchi superiori a 150-200 euro. Le misure di continuità
territoriale incidono solo parzialmente sulla riduzione dei
prezzi, mitigando i costi solo per i residenti. La trasparenza
tariffaria è carente, con difficoltà nel confronto tra offerte e
poca chiarezza sui costi accessori".
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