L'omicidio della psichiatra Barbara
Capovani a Pisa fu per vendetta, avvenne dopo un primo tentativo
andato a vuoto e a monte ci sarebbe una umiliazione patita dal
paziente che la uccise, che durante un ricovero la dottoressa
aveva contenuto al letto poiché stava aggredendo personale del
reparto. Lo scrivono i giudici della corte d'assise di Pisa
presieduta da Giovanni Zucconi nelle motivazioni della sentenza
di condanna all'ergastolo per Gianluca Paul Sung. Nella sentenza
si ricostruisce che non fu un sopralluogo all'ospedale Santa
Chiara di Pisa quello fatto da Seung il giorno precedente (20
aprile 2023) all'attacco mortale alla dottoressa che è del 21
aprile 2023. Ma fu un primo tentativo di aggressione alla
psichiatra, poi sfumato, perché la donna non era presente, e
quindi riproposto con esito letale il giorno seguente. Lui
voleva vendicarsi per un precedente trattamento sanitario.
Seung quel giorno del primo tentativo di colpirla, infatti,
indossò gli stessi indumenti del giorno seguente e si recò nei
medesimi orari al Santa Chiara. Circostanza che secondo la corte
di assise dimostra la volontà del 37enne di Torre del Lago
(Lucca) di mettere in atto una vendetta meditata nel tempo.
Vendetta scaturita da un suo ricovero nel 2019 quando la
dottoressa Capovani lo aveva legato al letto per un intero
giorno perché ritenuto pericoloso - aveva già aggredito tre
infermieri -, e perché era molesto verso le pazienti ricoverate.
Seung percepì l'atto di contenzione come un'umiliazione, hanno
spiegato al processo i periti, mai dimenticata, elaborata. I
consulenti tecnici hanno anche stabilito che Seung era "capace e
consapevole", spingendo i giudici ad affermare che le varie
teorie complottiste verso la psichiatra siano arrivate
soprattutto dopo l'omicidio e non prima.
L'uomo, secondo la corte d'assise, voleva anche vendicarsi
per la nomina di un amministratore di sostegno nei suoi
confronti, arrivata appena una settimana prima e dunque
rifuggire il "marchio" di malato e dal suo disturbo di
personalità. Una nomina che in buona sostanza non aveva
accettato. Tuttavia, secondo i giudici che hanno sposato la tesi
dei consulenti tecnici, Seung era consapevole di ciò che faceva,
e non in preda a un disturbo delirante, tanto che il giorno
precedente aveva cercato in reparto la dottoressa senza trovarla
e poi ci era tornato.
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