"Gli accertati delitti di false
comunicazioni sociali sono causali rispetto al dissesto della
società. I falsi bilanci hanno consentito infatti a Bio-On di
guadagnare la fiducia di istituti di credito e fornitori,
ottenendo finanziamenti e stratificando nel tempo un imponente
indebitamento, anche a breve termine, che la società, in assenza
di flussi finanziari in entrata, si è dimostrata incapace di
pagare".
E' quanto scrive il presidente del Tribunale collegiale di
Bologna, Domenico Pasquariello, nelle motivazioni della sentenza
sul crac della società di bioplastiche Bio-On, che lo scorso
novembre ha visto la condanna di otto imputati, tra questi l'ex
presidente Marco Astorri e il suo vice Guido Cicognani (5 anni e
2 mesi): entrambi sono stati condannati per manipolazione del
mercato, relativamente a un comunicato stampa sulla semestrale
di Bio-On del 30 settembre 2019, falso in bilancio e bancarotta
impropria da falso in bilancio.
Per il Tribunale "l'istruttoria dibattimentale ha lasciato
emergere oltre ogni ragionevole dubbio il dolo degli imputati
Marco Astorri, Guido Cicognani, Vittorio Folla e Gianni
Lorenzoni in relazione ai contestati delitti di false
comunicazioni sociali, con riferimento a ciascuna delle quattro
annualità. È accertato infatti che i componenti del cda di
Bio-On abbiano deliberato l'approvazione dei bilanci dal 2015 al
2018 nella consapevolezza della non corrispondenza al vero dei
fatti economici, finanziari e patrimoniali in essi
rappresentati, figurandosi l'idoneità concretamente decettiva
dei bilanci nei confronti di soci e investitori, ed agendo con
fine di profitto per sé o per altri".
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