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Rifiuti come fertilizzante, chiuse indagini per 11 e 3 società

Rifiuti come fertilizzante, chiuse indagini per 11 e 3 società

Inchiesta a Dda Catanzaro, tra indagati patron Cosenza calcio

VIBO VALENTIA, 21 febbraio 2025, 17:33

Redazione ANSA

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La Dda di Catanzaro ha chiuso le indagini sull'inchiesta che vede indagate 11 persone e tre società per presunti illeciti legati al ciclo di trasformazione dei rifiuti non pericolosi effettuato all'interno di un impianto di recupero nella provincia di Vibo Valentia ed in altri. Tra gli indagati figurano l'imprenditore Eugenio Guarascio, consigliere comunale a Lamezia e presidente del Cosenza Calcio, e sua sorella Ortensia, direttrice amministrativa della società "Ecologia Oggi".
    Gli atti dell'indagine sono stati trasmessi per competenza dalla Procura di Vibo alla Dda di Catanzaro, dopo gli interrogatori e le misure, per il reato ipotizzato di associazione per delinquere. Tra gli indagati figura anche un funzionario del dipartimento Ambiente della Regione Calabria, Gianfranco Comito, e due dipendenti dell'Arpacal di Vibo, Franco Dario Giuliano e Nicola Anselmo Ocello. Le società coinvolte sono la Ecocall Spa con sede legale a Vazzano (Vibo Valentia) legalmente rappresentata da Ortenzia Ortensia; Ecologia Oggi Spa, con sede a Lamezia, legalmente rappresentata da Alessio Guarascio; la 4el Group Srl, con sede a Lamezia Terme, legalmente rappresentata da Eugenio Guarascio.
    L'attività investigativa, tra il marzo e il novembre del 2021, dopo intercettazioni, campionamenti e controlli, aveva portato al deferimento delle 11 persone e alla segnalazione di tre società per responsabilità penali ed amministrative.
    L'azienda sita nell'entroterra vibonese, operante nel settore del recupero dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata, avrebbe dovuto produrre ammendante compostato misto ma non avrebbe rispettato la procedura prevista all'interno dell'autorizzazione integrata ambientale. In tal modo, secondo le indagini, avrebbe generato un prodotto che non aveva perso la qualifica di rifiuto, contente plastiche, vetri e metalli, anche pesanti come il cromo esavalente ed andando ad inquinare i terreni agricoli ove lo stesso veniva sparso.
   
   

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