La riapertura del Centro di
permanenza per i rimpatri di corso Brunelleschi "non è un passo
indolore per Torino, che da oggi torna a rispondere con il
trattenimento in struttura e la privazione della libertà a
uomini che sono venuti nel nostro Paese in cerca di speranza per
un futuro migliore". Lo afferma in una nota il cardinale Roberto
Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, a proposito
della riapertura del Cpr, che era chiuso dal 2023.
Per Repole "comunque si voglia valutare la questione
migratoria e riconoscendo che non è facile gestirla, non
possiamo rassegnarci a rinchiudere chi non ha commesso reati e a
non cercare invece percorsi per favorire la regolarizzazione e
l'inserimento delle persone nella nostra società".
"Non punto il dito contro nessuno, ma vorrei che facessimo
tutti insieme un'autocritica. Tutti insieme, istituzioni
nazionali e locali dobbiamo cercare alternative. E nel frattempo
chiedo alla città, lo chiedo con trepidazione, di vigilare
perché nel Centro di corso Brunelleschi vengano garantite le
condizioni di rispetto della dignità per ogni essere umano
evitando condizioni di degrado e di abbandono, come è avvenuto
nel passato di questa struttura", conclude Repole.
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