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Tre incidenti mortali sul lavoro in poche ore, il più giovane aveva 22 anni. E' stato trafitto da una scheggia incandescente

Tre incidenti mortali sul lavoro in poche ore, il più giovane aveva 22 anni. E' stato trafitto da una scheggia incandescente

Un operaio è rimasto incastrato in un nastro trasportatore nel Napoletano. Nel Pordenonese, morto un 22enne trafitto da una scheggia. Il terzo operaio travolto da un autocarro in A1. Nel Mantovano un agricoltore colto da un infarto

NAPOLI, 25 marzo 2025, 18:06

Redazione ANSA

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Trafitto da scheggia incandescente, morto giovane operaio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Trafitto da scheggia incandescente, morto giovane operaio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tre incidenti sul lavoro sono avvenuti tra ieri sera e questa mattina

In provincia di Napoli, ieri sera, a Sant' Antonio Abate, il dipendente di una ditta di smaltimento rifiuti di 50 anni, Nicola Sicignano, è deceduto durante il suo turno. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, l'operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro.

L'area è stata sequestrata e sono in corso le indagini della Compagnia di Castellammare di Stabia, del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata con la collaborazione del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dell'Asl di Napoli. A constatare il decesso dell'operaio, nato a Vico Equense e residente a Gragnano, è stato il 118.

Regolarmente assunto dalla SB Ecology srl, Sicignano era sposato e aveva due figli: un ragazzo di 15 e una ragazza appena maggiorenne. Sulla salma messa sotto sequestro dagli inquirenti sarà eseguito l'esame autoptico su disposizione dalla procura di Torre Annunziata che sta coordinando le indagini del carabinieri.

Un altro operaio, un giovane di 22 anni, compiuti ieri, Daniele Tafa di Vajont (Pordenone), è morto la notte scorsa in un incidente sul lavoro avvenuto a Maniago. Il giovane, intorno all'1.30, stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all'istante. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno posto l'impianto sotto sequestro.

L'operaio aveva appena riavviato l'impianto per la produzione quotidiana quando è stato colpito dalla scheggia. Lo stampo sul quale si stava lavorando, a temperature altissime, è andato distrutto e una scheggia lo ha investito. Non è ancora chiaro se è accaduto per un malfunzionamento della macchina oppure per una manovra sbagliata. I colleghi hanno immediatamente lanciato l'allarme al 112. La centrale operativa Sores Fvg ha inviato sul posto un rianimatore, ma non c'è stato nulla da fare. Le indagini sono ora affidate agli ispettori dell'Azienda sanitaria che dovranno verificare il rispetto delle misure antinfortunistiche assieme ai periti dei vigili del fuoco, intervenuti con una squadra. L'Azienda dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l'ultimazione dei rilievi. La macchina per lo stampaggio è stata posta sotto sequestro.

C'è una terza vittima sul lavoro: un operaio di 38 anni è morto investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell'Autosole nei pressi di Orvieto dove era residente. Era dipendente di una ditta del posto impegnata in interventi di manutenzione in autostrada. L'operaio si trovava sulla carreggiata ed è stato investito dal un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto. Sul posto anche personale e dirigenti sia della ditta presso cui lavorava l'operaio e di Autostrade per l'Italia. Il traffico è rallentato ma scorre sulla corsia di sorpasso.

Un altro incidente sul lavoro si è verificato questa mattina intorno alle 9, nella diga di Cumbidanovu a Orgosolo (Nuoro). Un operaio è caduto da un'altezza di circa 4 metri mentre lavorava imbragato. Soccorso immediatamente da un'ambulanza del 118 l'uomo è stato portato all'ospedale di Nuoro in codice rosso per un trauma al rachide e sottoposto ad ulteriori accertamenti. A Cumbidanovu erano nei mesi scorsi ripartiti i lavori per chiudere il cantiere simbolo in Sardegna delle opere incompiute - la costruzione iniziò nel lontano 1989 - entro tre anni.

Un agricoltore di 70 anni, da qualche anno in pensione, che è morto per un malore mentre lavorava in un'azienda agricola di Roverbella, nel Mantovano. Questa mattina l'uomo, residente a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, si è presentato nell'azienda vivaistica per dare una mano, come faceva spesso. Il malore, probabilmente un infarto, lo ha colto subito dopo aver messo in moto il trattore. A trovarlo accasciato sul mezzo agricolo con il motore acceso è stata, poco prima delle 7, la moglie del titolare dell'azienda. Subito sono scattati i soccorsi con un'ambulanza del 118, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Sul posto per i rilievi i carabinieri e i tecnici del servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro dell'Ats val Padana.

Schlein, è strage sul lavoro, il governo ci ascolti

"Ventidue, cinquantuno e trentotto anni, a Molino di Campagna, Sant'Antonio Abate e sull'autostrada nei pressi di Orvieto. Tre morti sul lavoro in poche ore. E sono solo gli ultimi tre. Non è più possibile parlare di incidenti di fronte a questa strage senza fine". Lo scrive in una nota la segretaria del Pd, Elly Schlein. "Ed è inaccettabile morire di lavoro in questo modo: abbiamo da tempo offerto la nostra disponibilità al governo per agire con efficacia ma finora non abbiamo mai avuto riscontri. Occorre agire su diversi fronti: aumentare la sicurezza sul lavoro, assumere più ispettori per rendere più efficaci i controlli, più responsabilità per i datori e più formazione per i lavoratori. E bisogna contrastare precarietà e subappalti a cascata che rendono il lavoro meno sicuro. Questa deve essere una priorità per tutti, politica e istituzioni".

Cgil, strage sul lavoro non si ferma con interventi burocratici

"Tre operai di 22, 38 e 50 anni sono le ultime vittime di una strage infinita sul lavoro. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici". Così, in una nota, la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David, in merito ai tre infortuni mortali delle ultime ore, in provincia di Napoli, Pordenone e Terni. Per la dirigente sindacale "la svalorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori è la vera responsabile di queste morti e nessun appello generico alla cultura della sicurezza può essere efficace senza una cultura della centralità della persona sul profitto. Con i referendum sul lavoro dell'8 e del 9 giugno, promossi dalla Cgil, vogliamo invertire questa logica intervenendo sulle responsabilità nella catena degli appalti e sulla precarietà. Senza questo cambio di paradigma - conclude Re David - la strage non si fermerà".

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