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Gabbani, canto le piccole cose, più contento che felice

Gabbani, canto le piccole cose, più contento che felice

"Sanremo per me è un luogo di gioia, ma nessuna pressione"

ROMA, 22 gennaio 2025, 10:23

di Claudia Fascia

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GABBANI,  'CANTO LE PICCOLE COSE, PIÙ CONTENTO CHE FELICE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

GABBANI, 'CANTO LE PICCOLE COSE, PIÙ CONTENTO CHE FELICE ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sanremo è il posto del cuore per Francesco Gabbani (oltre alle amate montagne dove è scappato per una tre giorni di relax e neve prima della full immersion festivaliera perché "sono più montano che mondano"). "Lì è cambiato tutto. La mia vita artistica e anche quella privata. Ci tornerei tutti gli anni", racconta il cantautore toscano che a febbraio salirà sul palco dell'Ariston per la quarta volta, con in bacheca due vittorie (una tra i Giovani e una tra i Big) e un secondo posto. "E a dirla tutta, per il pubblico avrei vinto io, anche quella volta - dice, rivendicando l'amore che il pubblico gli ha riservato -.Lo sfizio di vincere me lo sono tolto, quindi torno a Sanremo per il piacere di cantare una canzone che sento molto. Vado per la gioia di condividere la musica, non con la fame di dimostrare qualcosa. Vado con la serenità di godermi il momento. E se non dovessi vincere non sarebbe una delusione".
    Uno spirito che è anche frutto della sua fascinazione verso la cultura e la filosofia orientale, presente da tempo anche nella sua produzione musicale e nata dalla stima per Franco Battiato. "Del qui e ora, dell'essere slegati dal giudizio.
    L'attimo è l'eternità". Concetti che in qualche modo porta anche in gara con il brano Viva la vita. "Non ci sono riferimenti espliciti. È una celebrazione della vita, nella sua semplicità.
    Viva la vita così com'è, finché ce n'è, perché dobbiamo imparare l'accettazione. Il brano sviscera il fatto che volente o nolente, davanti alle domande supreme sul senso della vita, la natura non ci dà risposte dirette e quindi ognuno trova l'espediente per superare le sue paure. Oggi, però, questa paura si cerca di superarla con l'arrivismo sociale, l'autodeterminazione, il raggiungimento di scopi materiali, che creano ancora di insoddisfazione e voglia di rivalsa sugli altri".
    La sua canzone, spiega ancora lui che di domande se ne è sempre fatte molte e continua a farsene pur non trovando risposte adeguate, è una sorta di "antidoto alla nostra precarietà. Dobbiamo accettare il fatto di non avere le risposte e essere grati della vita in quanto tale, in un momento in cui tutto esasperato: dalle dinamiche interpersonali ai social, fino ad arrivare all'enormità della guerra".
    E in questa esasperazione, anche gli artisti hanno il loro ruolo. "Un artista ha la responsabilità di essere corretto rispetto al pubblico che ha. Se è vero che l'arte e l'espressione artistica per definizione dovrebbero essere libere, se uno nota linguaggi violenti, la censura non dovrebbe fatta all'artista ma allo strato sociale che è in un certo modo.
    L'artista esprime il tempo che vive e se esprime cose volgari o violente, è perché esistono già", argomenta Francesco Gabbani e il riferimento è anche, e soprattutto, alle polemiche intorno a Tony Effe che ritroverà in gara a Sanremo. "Io non soffro non le parolacce, ma il fatto che sia normale per chi ascolta, sentirle in un brano. Non mi colpisce Tony Effe che le dice, ma il fatto che il mondo sia andato a finire così".
    Il frutto della sua (auto)analisi è stato trovare la risposta nella semplicità delle cose, nell'accontentarsi. "Se dovessi definirmi, direi che io sono più contento che felice. Mi accontento di non sapere certe cose. Oggi, e forse mai".
    Viva la vita è anche uno dei tasselli che vanno a comporre il nuovo album, Dalla tua parte, il sesto in studio, in uscita il 21 febbraio, subito dopo Sanremo. "Tutto l'album fornisce proposte per essere analitici. Qua e là è punteggiato dalle suggestioni della filosofia orientale, che nata con Battiato, negli ultimi due anni ha trovato nuova linfa dalla lettura di Tiziano Terzani". Il risultato è un'attenzione per le piccole cose, di cui diventa il cantore. "Be', un po' mi sento il cantautore delle piccole cose. È lì che va cercata la verità. Io vivo nella natura, mi sveglio all'alba con il cinguettio degli uccellini. A tratti mi sento un po' fuori luogo in questo modo, ma sono grato che nonostante queste miei caratteristiche naturali, continui a esistere il Francesco Gabbani artista". Il titolo del disco - non legato a nessuna canzone nello specifico - è un omaggio a chi lo ascolterà e riflette una visione personale: "Una volta che le canzoni vengono pubblicate, diventano un po' di tutti: di chi le ascolta, di chi le vive".
    L'uscita dell'album sarà seguita dal tour nei palazzetti dal 15 marzo (dopo l'anteprima a Milano), tra cui un live speciale che segna il suo ritorno all'Arena di Verona l'1 ottobre.

 

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