Fra i portici del Cimitero
Monumentale della Certosa di Bologna, Patrimonio dell'Umanità
Unesco, è nata l'idea di rendere omaggio a opere che, oltre a
testimoniare il ricordo e la lotta contro l'oblio, sono esempi
di un passato artistico di eccellenza. Fra fauni e leoni,
personificazioni, allegorie, melograni e fiori, 'Lacrime di
pietra' è il tema della mostra collettiva di Erica Calardo
(Genova, 1980), pittrice figurativa professionista che vive e
lavora a Bologna, e di trenta suoi allievi, la 'Bottega',
visibile al Museo civico del Risorgimento del capoluogo emiliano
dal 28 settembre al 17 novembre. L'esposizione conduce in un
percorso simbolico ed evocativo, che trasla nel contemporaneo il
patrimonio artistico della città.
'Lacrime di pietra' è una riflessione visiva sull'Arte nella
sua veste consolatrice, elegiaca e a tratti catartica. Ogni
artista si è confrontato con un'opera scultorea, cercando di
coglierne l'essenza, dialogando idealmente con l'autore e la sua
storia, con l'obiettivo di farne una sintesi personale nel pieno
rispetto dell'originale. Pochi colori, forti contrasti. Le luci
stagliate, materiche, impastate, corpose, fredde nei mezzi toni
di passaggio, creano un contrappunto alle zone d'ombra morbide,
calde, vellutate, scure e avvolgenti: la Vita e l'Oblio, la Luce
e le Tenebre. Le figure sembrano emergere dal buio, urlando la
necessità che le si ricordi. Il progetto espositivo è promosso
da Erica Calardo e Bottega in collaborazione con il Settore
Musei Civici Bologna-Museo civico del Risorgimento.
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