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Sculture e disegni di Giacinto Cerone al Mic di Faenza

Sculture e disegni di Giacinto Cerone al Mic di Faenza

'L'angelo necessario', un'ottantina di opere dal 18 gennaio

FAENZA, 17 gennaio 2025, 11:34

Redazione ANSA

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Il Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (Ravenna) dedica dal 18 gennaio al 27 aprile una mostra a Giacinto Cerone (1957-2004), uno dei più originali e liberi scultori italiani, lontano da raggruppamenti, scuole, movimenti, stili o mode del momento. L'irruenza del suo linguaggio si misura a partire dai differenti materiali impiegati sia nella produzione scultorea (legno, ceramica, plastica, metallo, marmo, gesso, pietra) che in quella disegnativa, per lo più indipendente dalla realizzazione delle opere plastiche, oltre che nell'uso di tecniche legate alla velocità e alla gestualità. Faenza è stata per Cerone una meta preferenziale fin dal 1993, quando presso la bottega Gatti realizzò una serie di ceramiche smaltate utilizzando tecniche di lavoro forse poco ortodosse ma di forte espressività e sperimentando un grande varietà di colori e forme.
    Il Mic, che di Cerone possiede in collezione diverse opere, dedica all'artista, a vent'anni dalla scomparsa, la mostra 'L'angelo necessario. Sculture e disegni' che raggruppa circa 45 sculture di vari materiali e periodi, più una serie di 35 disegni, alcuni di grande formato, privilegiando il modo stesso di operare di Cerone: per serie tematiche - come nelle rosse Malerbe, i Fiumi vietnamiti, i Gessi, i Metalli - o per singole opere dal carattere emblematico e per certi versi iconico e funerario, come Cenacolo e Ofelide. In questa tensione si gioca, nella diversità dei materiali, la struttura curatoriale della mostra, quella sorta di "figura approssimativa", "intravista, o vista un istante" descritta dal poeta statunitense Wallace Stevens.
    La mostra, a cura del critico d'arte Marco Tonelli, promossa dal Mic con il sostegno dell'Archivio Cerone e di prestatori privati, vuole delineare la figura di uno scultore a tutto tondo e di una scultura totale (capace di distendersi orizzontalmente o addossarsi alle parete), senza resti, di un artista attento anche al modo di installare le proprie esposizioni come fossero esse stesse opere in sé.
   

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