La più antica necropoli del Lazio? È
al Circeo, affacciata sul mar Tirreno. Ossa umane preistoriche,
risalenti al Mesolitico, sono riaffiorate, a sorpresa, durante
scavi archeologici a Riparo Blanc. Non in una delle numerose
grotte preistoriche sul mare ai piedi del massiccio del Circeo,
ma in un "riparo" ai piedi di una falesia che oggi porta il nome
di Alberto Carlo Blanc, lo studioso che ha portato dei siti
paleolitici del Circeo negli anni '30 e '40.
Tra il 2016 e il 2019 gli archeologi Flavio Altamura e
Margherita Mussi, allora con l'università di Roma Sapienza,
intraprendono nuovi scavi sul sito che, nel frattempo, è stato
dimenticato. Eppure Riparo Blanc è una delle rare testimonianze
mesolitiche in Italia e l'unico sito sulla costa tirrenica
dell'Italia centrale. Dal piccolo saggio, di due metri quadrati,
realizzato su un lembo del deposito mesolitico lasciato intatto
dagli scavi degli anni '60 ecco - a sorpresa - i resti umani che
le datazioni al radiocarbonio confermano essere i primi di
questo periodo conosciuti nel Lazio.
"Sono gli ultimi cacciatori-raccoglitori preistorici del
Circeo", spiega all'ANSA l'archeologo Flavio Altamura.
"Parliamo, in anni, di un periodo compreso tra il 9300 e il 7500
a.C, millenni prima che in Italia l'Homo sapiens iniziasse a
praticare l'agricoltura e l'allevamento con l'epoca neolitica".
Lo scavo porta alla luce strati mesolitici ben conservati, ossa
di animali terrestri e di pesci, strumenti di pietra e decine di
migliaia di conchiglie marine: i resti dei pasti. Secondo
l'antropologo Mauro Rubini del Laboratorio di Antropologia della
Soprintendenza, i resti umani "appartengono probabilmente a una
donna. Sono presenti numerosi frammenti e un arto superiore
quasi completo".
Non solo: Ivana Fiore, studiosa specializzata nelle tracce sui
resti ossei, documenta sull'omero segni di tagli effettuati con
uno strumento di pietra, probabilmente eseguiti per il distacco
delle masse muscolari. Un dato raro nel record preistorico
italiano: pulizia delle ossa per trattamento rituale del
cadavere o cannibalismo? "Un ennesimo caso attestante
l'importanza del promontorio nelle più antiche età dell'uomo",
dice il Soprintendente di Frosinone e Latina Alessandro Betori.
"Dopo le pionieristiche indagini del Novecento, la cui memoria è
nei nomi stessi di questi siti, l'affinarsi dei metodi di
ricerca getta nuova luce". Già, perché ora è stato possibile
studiare nuovamente anche i resti umani rinvenuti negli anni
'60. E affermare, conclude Altamura, che Riparo Blanc "fu
utilizzato come vera e propria area funeraria nel Mesolitico, e
vi furono seppelliti almeno sette individui tra adulti, giovani
adulti e bambini".
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