Un prato di erbacce spunterà nella
sala delle Cariatidi di Palazzo Reale con l'installazione site
specific 'Pastorale' realizzata da Nico Vascellari in occasione
dell'Art week. "Non parla di pace o di guerra ma di resistenza"
dice l'artista, visibilmente commosso nel ringraziare il suo
team perché "l'arte oggi non ha un ruolo principale e fare
questo lavoro è essere come queste piante".
"Le piante che crescono nel cemento - sottolinea - sono
qualcosa di magico, fanno pensare che la vita sia sacra quando
la viviamo in un certo modo e che valga sempre la pena provarci,
perché è ciò che rende la vita sacra e non sprecata".
Promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta da Palazzo
Reale e Codalunga e curata da Sergio Risaliti, la mostra sarà
visitabile da domani al 2 giugno ad ingresso libero. Non casuale
la location: "con una visione intensa e profondamente evocativa,
- chiosa l'assessore alla cultura Tommaso Sacchi - l'artista
reinterpreta la storia della Sala delle Cariatidi, un luogo
intriso di memoria, trasformandolo in uno spazio di riflessione
sul rapporto tra natura, ricordo e rinascita". E non casuale il
titolo, che contrasta con le tracce di quanto accaduto nel
lontano 1943, quando le Cariatidi vennero bombardate.
Al centro della sala, una grande scultura circolare in
acciaio, adagiata su uno strato di terreno, a intervalli
regolari emette uno scoppio fragoroso per poi rilasciare una
pioggia di semi di erbacce, quelle che abitualmente vengono
estirpate e che invece nei prossimi giorni daranno vita a un
ecosistema destinato a crescere, fiorire e trasformarsi nel
tempo. "Ricordo che da bambino - racconta Vascellari -
inghiottii il nocciolo di una ciliegia. Cercai lo sguardo dei
miei genitori terrorizzato perché temevo che quel nocciolo
sarebbe germogliato nel mio stomaco e il fusto di quella pianta
si sarebbe fatto strada verso la mia bocca per poi uscirne. Ora
questa visione mi sembra un idillio e piuttosto che spaventarmi
- conclude - mi sembra un ideale al quale ambire". E non a caso
tutti i materiali usati saranno riutilizzati e le piante donate,
per proseguire la loro vita oltre lo spazio espositivo.
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