(di Alessandra Baldini)
Flop Megalopolis: il kolossal
autofinanziato di Francis Ford Coppola ha aperto a sale
semivuote al banco di prova del Nord America. L'85enne regista
si è consumato per decenni sulla sua favola di avanguardia
vendendo alla fine parte del suo impero vinicolo per rastrellare
i 120 milioni di dollari di costi di produzione più altri 20
milioni per il marketing, ma il risultato alla prova dei
botteghini è stato di appena quattro milioni di dollari di
biglietti venduti da giovedì a domenica.
L'implacabile verdetto del box office è stato poco al di
sotto dei peggiori pronostici: Megalopolis, uscito in duemila
sale tra Stati Uniti e Canada, a ieri sera era avviato al sesto
posto nelle classifiche dietro Devara Part One, un dramma
d'azione in un dialetto indiano disponibile in circa mille
cinema. Il primo posto ai botteghini è andato a The Wild Robot
(Universal/DreamWorks Animation), avviato a rastrellare 35
milioni in tre giorni, seguito da Beetlejuice Beetlejuice della
Warner con 16 milioni alla quarta settimana nelle sale.
Presentato a Cannes con reazioni contrastate, Megalopolis
racconta la storia di un brillante architetto (Adam Driver) in
una metropoli futurista ispirata all'antica Roma. "Come ogni
capolavoro, sarà giudicato dal pubblico nel tempo", ha detto
Adam Fogelson, il capo di Lionsgate, che ha distribuito il film,
"orgoglioso" di allearsi a un mito come Coppola per dare al film
"la vasta presenza nelle sale che si merita".
Alle spalle capolavori come Apocalypse Now e la saga del
Padrino, Coppola aveva cominciato a sviluppare il film negli
anni Ottanta, quando le chance di successo di progetti ambiziosi
per un pubblico che pensa erano assai maggiori di quelle di
oggi. L'industria del cinema all'epoca dominava l'entertainment
e lasciava che il pubblico di un film d'autore crescesse
naturalmente nell'arco di mesi. Hollywood allora poteva
permettersi di tenere un progetto nelle sale anche per un anno
perché, a differenza di adesso, non aveva la concorrenza di
internet, della tv via cavo e dei videogiochi. Oggi un film si
brucia nell'arco di un paio di settimane, soprattutto se le
recensioni e la risposta degli spettatori non sono eccellenti.
In primavera sembrava addirittura che Megalopolis non ce
l'avrebbe fatta ad arrivare nelle sale dopo esser stato respinto
da molti distributori. Coppola è la seconda leggenda di
Hollywood a pagare quest'anno il prezzo del nuovo andamento del
mercato: quest'estate il costoso Horizon: An American Saga di
Kevin Costner ha fatto fiasco al box office e i piani di portare
il sequel nelle sale sono stati accantonati.
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