Dalla vita operaia a Lione ai dejeuner sur l'herbe nei parchi parigini, dalle vacanze al mare alle esercitazioni militari, dalla vita di coppia al corteggiamento in strada, dai giochi dei bambini persino a quelli dei gatti: i Lumiere nei loro pionieristici mini film avevano già filmato tutto e con uno stile preciso che è quello di documentare la vita reale, compiendo nella precisione chirurgica dell'inquadratura il primo gesto di scrittura del cinema. È l'incredibile avventura dei Lumiere, santi laici protettori dell'arte cinematografica.
È come sfogliare un libro di testo sulla nascita del cinema senza annoiarsi, anzi emozionandosi per la grande varietà di immagini e situazioni, il film 'Lumiere! L'avventura del cinema' diretto e presentato alla stampa a Roma (a Bologna il 24 marzo in anteprima con il pubblico) da Thierry Fremaux, storico e critico del cinema, direttore dell'Istituto Lumière di Lione e delegato generale del Festival di Cannes, la cui selezione annuncerà il 10 aprile a Parigi. Con il restauro del laboratorio L'Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna diretta da Gian Luca Farinelli, Fremaux ha scelto, tra le 2mila vedute (filmini di 50 secondi), 120 inediti girati dai Lumiere dal 1895 al 1902, commentando e narrando quella che è considerata l'origine del cinematografo. Ha annunciato Fremaux: "A settembre apriremo la piattaforma Lumiere+ con tutti i 2000 film, un modo per scoprirne ancora la vitalità. Senza il cinema la vita è un orrore e questi film sono una sorta di detox visivo dalle immagini senza filtri dei nostri telefonini. I Lumiere erano maniaci dell'inquadratura, ogni scena aveva una etica".
Il film, in sala dal 3 aprile con Lucky Red e la voce narrante di Valerio Mastandrea, è un tributo ad Auguste e Louis Lumiere, inventori della macchina fotografica che catturava immagini in movimento con un'esposizione di 50 secondi, 'il cinematografo', pionieri del cinema, creatori della sala cinematografica e dunque del rito collettivo di vedere un film accanto ad estranei, alimentando proprio la passione per il cinema, ma soprattutto è un'opera risarcitoria ai Lumiere cineasti. Ha detto all'ANSA Fremaux: "Il posto dei Lumiere nella storia del cinema è bizzarro, curioso. Da una parte ci sono gli scienziati inventori, dall'altra i cineasti: sono stati entrambi e bisognava rimetterli nella posizione che meritavano nella storia del cinema. Le loro opere, che ricordano certi quadri di Renoir e Manet, raccontano la vita con uno stile naturalistico come dopo di loro ha fatto il cinema di Rossellini, di Agnes Varda, di Maurice Pialat e Alice Rohrwacher. Del tutto complementari a George Melies, considerato il primo cineasta, ma è invece il primo regista di finzione, che inventa mondi straordinari come dopo farà il cinema magico di Fellini e quello di James Cameron. I Lumiere scrivono con la macchina da presa, con il posizionamento della macchina, la non finzione è cinema e le due famiglie del cinema, Lumiere e Melies non sono in opposizione ma complementari".
'Lumiere!' è una celebrazione della nascita del cinema: Sortie d'usine (Uscita dalla fabbrica), nel 1985, il primo film girato da Auguste e Louis Lumière. Il film è da un lato eccezionale documento storico della vita di fine Ottocento (dalla moda elegante ai mondi sconosciuti dell'Asia e delle colonie francesi), ma al tempo stesso è un classico sempre attuale nelle inquadrature dei visi dei bambini, dell'acqua che si infrange nello scoglio, nella panoramica di San Marco a Venezia, nel pranzo ad altezza tatami di una famiglia giapponese.
"Inchiniamoci ed emozioniamoci", era 130 anni fa ed è il miglior messaggio per guardare ancora al cinema nel futuro.
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