Nel 2015 Leonardo Gravina (Manfredi
Marini), diciannovenne della Palermo bene, lascia la sua città
natale per raggiungere la sorella Arianna (Vittoria Planeta) a
Londra e iniziare gli studi di Business. Arrivato lì però
l'entusiasmo iniziale svanisce subito e l'esaltazione si
trasforma in depressione.
Inizia così 'Diciannove', opera prima di Giovanni Tortorici già
in concorso nella sezione Orizzonti dell'81/a Mostra
Internazionale d'arte cinematografica di Venezia e ora in sala
distribuito da Fandango.
Sempre inquieto Leonardo, ma di quell'inquietudine che ha come
paracadute i soldi alle spalle, si iscrive d'impulso
all'Università di Siena per studiare letteratura, ma non
comunica con nessuno, è un asociale che ha da dire su tutto e
tutti.
Così anche qui molla il corso e decide di studiare Dante, testi
di "bella lingua" italiana e si lascia andare ad eccessi
alcolici e non solo. Ama poi i volumi antichi degli scrittori
trecenteschi toscani, ascolta le poesie lette da Arnoldo Foà e
pensa che Roberto Benigni in fondo non ci capisca troppo del
Divin Poeta e, infine, si masturba vedendo "Salò o le 120
giornate di Sodoma".
Un anno dopo, questo personaggio che a molti ricorda il Lou
Castel de 'I pugni in tasca', è a Torino, dove incontra un
conoscente della sua famiglia con cui avrà un confronto più
diretto del solito.
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