Un omaggio alla musica come
linguaggio universale, specchio dell'anima e strumento di
indagine per conoscere se stessi. Franco Mussida, classe 1947,
musicista e compositore, ma anche pittore e scultore, tra i
fondatori della Pfm-Premiata Forneria Marconi da cui è uscito
dieci anni fa, ha scritto il romanzo autobiografico 'Il bimbo
del Carillon', edito da Salani Editore (400 pagine, 20 euro),
che sta per essere presentato in una serie di incontri ed
eventi: il 22 marzo a Maranello (Modena) alla Biblioteca Mabic,
il 27 a Bassano del Grappa (Vicenza) a Palazzo Roberti, il 29 a
Casalpusterlengo (Lodi) in Biblioteca, il 4 aprile a Mantova al
Ristorante Letterario Giallo Zucca, il 5 a Salò (Brescia) alla
Biblioteca Salò.
Franco Mussida racconta per la prima volta la sua vita: la
chitarra come strumento che apre mondi, la scrittura, i brani, i
cambiamenti generazionali, gli incontri con artisti e musicisti
straordinari, l'esperienza umanistica e artistica che ha dato
vita ad un gruppo storico come la Pfm, della quale ha firmato
molti dei più grandi successi tra cui 'Impressioni di
settembre'. Un vissuto che lo ha portato a scoprire la musica
"come un telescopio che illumina l'anima della gente, fino a
portarla in luoghi dove lavora per rendere migliori persone in
difficoltà". Il libro racconta le esperienze di un bimbo che,
scoperto un Carillon, "sceglie le orecchie per orientare la sua
vita - spiega l'artista - L'idea è nata d'istinto nel 2012,
l'anno in cui iniziai a scrivere degli effetti della Musica
sulla struttura emotiva della gente. Volevo osservare
l'evoluzione di un rapporto con i suoni che fin da piccolo mi si
sprigionavano dentro dicendomi che custodivo un altro pianeta.
Ho sempre associato la Musica alla Natura, così per unire i nodi
del filo rosso del Karma e viaggiare con l'occhio del ricordo,
ho scelto come luogo un'oasi, quella di Ninfa, nella pianura
Pontina. E lì, ripensare alla Musica come l'unica gioia capace
di far felice la mia famiglia".
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