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Jamaica Kincaid, i viaggi sono necessari ma evitate gli Usa

Jamaica Kincaid, i viaggi sono necessari ma evitate gli Usa

Scrittrice in Italia, oggi le catene 'disuguaglianza, ignoranza'

ROMA, 24 marzo 2025, 13:34

Redazione ANSA

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(di Elisabetta Stefanelli) In un breve ma intenso libro, Passeggiata sull'Himalaya, da poco pubblicato in Italia da Adelphi, Jamaica Kincaid racconta il suo viaggio sulla catena più alta del mondo. È una vera e propria immersione nella natura alla ricerca di erbe rare, ma anche una metafora del viaggio nel luogo più vicino all'Eden, che viene dalla scrittrice antiguo-barbudana che attualmente vive a North Bennington, in Vermont.
    In un'esistenza segnata da grandi passaggi, le chiediamo il suo rapporto con il viaggio, e nello stesso tempo quello con l'idea paradisiaca della natura così messa in discussione dall'umanità. Come racconta bene qui e in altri suoi volumi, pubblicati in Italia da Adelphi, la scrittrice, nata Elaine Cynthia Potter Richardson a Saint John's nel 1949 e poi a 16 anni andata a New York a lavorare come ragazza alla pari. Ora ad un passo dal Nobel dopo pagine memorabili come quelli di In fondo al fiume, Autobiografia di mia madre, Vedi adesso allora.
    "I viaggi sono necessari - risponde all'ANSA Jamaica Kincaid -, ho desiderato e voluto tantissimo questo viaggio in Nepal pur lasciando mio figlio a casa. Il viaggio è stato a tratti irto di pericoli, di dolori, di fatica fisica, di paure. Eppure poi al ritorno sono rimasti i ricordi belli, le emozioni, le sorprese, il piacere di riportare a casa i semi che ero andata a cercare, e vedere mesi dopo la fioritura nel mio giardino. Quando guardo un giardino la prima sensazione è di pace infinita. La seconda, se mi ci addentro, mi sento come colta in un incendio. Il giardino, come tutto nella vita, è qualcosa di profondamente contraddittorio. Certamente quello che dico sempre che il giardino è l'espressione di una cultura, non è semplicemente 'natura'. Il giardino è il frutto di un disegno razionale e umano molto preciso. Penso ai giardini all'italiana copiati dal resto d'Europa, per esempio".
    Distingue però Kincaid tra turista e viaggiatore. "Il turista che viaggia - dice - va nei posti per scappare da dov'è, da dove abita tutti i giorni. Il viaggiatore prima di tutto rispetta le persone che incontra nei paesi stranieri in cui va e ci va per capirli, per conoscere, per fare uno sforzo". E del resto la frase che la scrittrice, in questi giorni in Italia, ha lasciato a Libri Come è: "La pace è l'atto di stare a casa! Non uscire di casa solo per andare a fare del male agli altri".
    Ha avuto momenti alterni nel rapporto con la scrittura, con una lunga pausa che per fortuna si è interrotta. Che rapporto ha recuperato ora con la pagina scritta? Cosa sta scrivendo? "In estate uscirà il mio nuovo libro, una raccolta di articoli che ho scritto dal 1973 a oggi e che non ho mai pubblicato prima. Si intitola Putting Myself Together (uscirà per Adelphi nei prossimi anni)", spiega Kincaid.
    In realtà oggi è sempre più frequente e stretto nelle opere letterarie il rapporto tra biografia e fiction. Se le si chiede di questa relazione, spiega che "alcuni libri tipo Mio fratello sono tutti estremamente curati da questo punto di vista, dicono esattamente come sono andate le cose. Non invece altri - eppure giudicati molto autobiografici ndr. - come Vedi adesso allora che racconta il divorzio ma la figura del marito è quasi completamente inventata". Quanto al dilagare della biografia nella fiction, la scrittrice dice di non avere "un giudizio unico. Se c'è una cosa che mi sento di sottolineare - aggiunge - è di stare molto attenti a quelli che scrivono non fiction e mentono scrivendo cose poco accurate. Come quelli che abusano con l'europeocentrismo", spiega ricollegandosi al suo discorso anti coloniale.
    Che giudizio dà sull'America di oggi? "L'America di Trump? Trump è una maledizione", dice senza mezzi termini aggiungendo: "Non venite negli States ora boicottate più che potete".
    Quali sono le catene che ci stringono oggi? "La disuguaglianza, l'ignoranza".
   

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