Tornano le 'case del popolo' dei
vecchi partiti in Romagna per diventare 'luoghi in mostra' del
Museo dell'Abbandono, il progetto di rigenerazione culturale e
urbana che riporta alla memoria il patrimonio in abbandono
architettonico, rileggendone la storia.
Il nuovo percorso racconterà alcune delle case del popolo
oramai dismesse appartenenti a diverse correnti politiche, fra
le 600 esistenti in Emilia-Romagna, e sarà presentato
ufficialmente il 10 novembre a Forlì nell'ambito del festival
diffuso "Inno al perdersi", a cura di Spazi Indecisi: un invito
a lasciarsi andare a un caleidoscopio di iniziative - concerti,
tornei di carte, passeggiate, incontri, nuovi itinerari - che
invitano a esplorare e riscoprire il territorio romagnolo in
abbandono.
"Questi luoghi - spiega Francesco Tortori, presidente
dell'associazione Spazi Indecisi - sono un elemento molto
presente nel tessuto urbano e rurale del territorio romagnolo e
testimoniano un passato ricco di aggregazione sociale e
politica. L'itinerario nascente vuole anche stimolare una
riflessione su nuove forme e progettualità attraverso le quali
rispondere, oggi e in futuro, a questa esigenza collettiva e
comunitaria".
Domenica 10 novembre, dunque, all'Area Sismica di Forlì,
un'associazione di promozione sociale fondata nel '91, si terrà
l'anteprima del nuovo itinerario di 'In Loco' dedicato alle ex
case del popolo. Presenti anche in altre regioni e perfino in
paesi esteri, nessun territorio ne ha così tante come le
province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, che ne contano in
totale quasi 600, appartenenti alle diverse tradizioni politiche
e ideali, dove le persone della comunità si incontravano per
intenti di natura politica, sociale, culturale o ricreativa. La
loro storia inizia sul finire dell'Ottocento e arriva fino a
oggi, fra trasformazioni, crisi e nuove fioriture.
Per l'occasione sarà organizzato "Le carte del popolo", un
torneo di carte giocato con carte romagnole d'artista e inedite,
appositamente ideate e realizzate per tenere viva la memoria e
informare il futuro su un modo collettivo di vivere i luoghi,
all'insegna della condivisione.
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