Per i cento anni dalla morte di
Giacomo Puccini, il museo della Scala ospita una mostra che, fra
documenti inediti e intelligenza artificiale, esplora il
rapporto dell'opera (in particolare la sua) con i nuovi media.
'Puccini - Opera Meets New Media' è il titolo
dell'esposizione, realizzata da Bertelsmann e dall'archivio
storico Ricordi, che arriverà a Milano dal 24 ottobre al 12
gennaio, dopo il debutto a Berlino.
D'altronde Puccini si è trovato ad operare a cavallo del
Novecento, proprio quando nuove tecnologie hanno dato fino ad
allora inimmaginabili opportunità. La nascita del grammofono, ad
esempio, ha permesso alla musica di entrare in tutte le case. Ma
ha anche creato nuove sfide sui diritti d'autore. E poi il
cinema sonoro ha permesso di assistere agli spettacoli anche
lontano dai teatri lirici.
La mostra sfrutta anche le ultime tecnologie, a partire dal
manifesto in 3d ideato dall'artista iraniano Hadi Karimi fino
alle scenografie di Turandot realizzate con l'intelligenza
artificiale. Il designer e direttore artistico Sascha Geddert,
scenografo di The Batman, ha infatti elaborato i bozzetti
originali di Galileo Chini, conservati e precedentemente
digitalizzati dall'Archivio Storico Ricordi, per creare con l'AI
generativa delle moderne scenografie fotorealistiche.
"Applicazioni come quelle di Turandot - ha spiegato il
direttore Pierluigi Ledda - ci aiutano a immaginare ciò che gli
archivi potranno dire a noi contemporanei oggi e in futuro".
Tra i documenti inediti, si trovano gli abbozzi per il
duetto finale di Turandot, che il Maestro aveva portato con sé a
Bruxelles, dove era andato nella speranza di trovare una cura
per la sua malattia e dove morì. Per Gabriele Dotto, direttore
scientifico dell'archivio Ricordi e curatore dell'esposizione
con le musicologhe Christy Thomas Adams e Ellen Lockhart, questi
documenti rappresentano uno dei contenuti più sorprendenti della
mostra perché "non sono mai stati mostrati in pubblico prima".
Secondo Karin Schlautmann, vicepresidente esecutivo delle
comunicazioni aziendali di Bertelsmann, "la mostra contribuisce
al dibattito in corso sui nuovi media e sulla loro influenza
dirompente sul business, sulla cultura e sulla società. Sono
lieto di poter presentare alcuni dei fondi unici dell'Archivio
Storico Ricordi, che fa parte di Bertelsmann, in questa
interpretazione contemporanea".
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