Il consueto appuntamento del
Festival Verdi al Teatro Magnani di Fidenza riguarda, in questa
XXIV edizione della manifestazione, l'opera giovanile Attila,
nono lavoro teatrale del Maestro, in scena in forma di concerto
il 3 e l'11 ottobre alle 20. Sul podio della Filarmonica
Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma la bacchetta di
Riccardo Frizza. Il dramma lirico in un prologo e tre atti, sarà
interpretato da Giorgi Manoshvili (al debutto nel ruolo di
Attila), Claudio Sgura (Ezio), Marta Torbidoni (Odabella),
Luciano Ganci (Foresto), Anzor Pilia (Uldino), Gabriele Sagona
(Leone).
"Attila, come altre opere del primo Verdi, ha sempre
suscitato il mio interesse - dichiara il direttore Riccardo
Frizza -. È opera patriottica, ma una lettura attenta colora di
un certo scetticismo il suo patriottismo. Ha avuto da subito
un'accoglienza ambivalente, successivamente è stata
sottovalutata e poco rappresentata, per ridiventare in anni più
recenti degna anche di aperture di stagioni. È l'opera veneziana
per antonomasia perché accoglie la leggenda della nascita della
città ambientandosi in Rio-Alto, nelle Lagune Adriatiche. È
l'opera che sancisce la fine del sodalizio con Temistocle
Solera, librettista tradito con Francesco Maria Piave per alcune
modifiche che Verdi ritenne indispensabili - spiega ancora
Frizza - la fermezza con cui il compositore superò il disappunto
del primo e iniziò a gestire i rapporti col secondo, conferma
che all'alba dei trentadue anni, Verdi si era spinto a
rappresentare tout court la stessa Opera italiana. Dal punto di
vista orchestrale, Attila è opera di tradizione, con un organico
di dimensioni medie, eppure le novità anche qui non mancano,
come l'uso del colore a fini espressivi, che troviamo nella
descrizione del temporale, nella raffigurazione del sorgere del
sole sulla laguna e nel cullarsi delle barche sulle onde".
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