Addio a Sam Moore, metà dello storico duo soul Sam & Dave con Dave Prater. Noto per brani di successo come Soul Man, Hold On, I'm Comin' e I Thank You, Moore è morto ieri in un ospedale di Coral Gables in Florida a 89 anni per complicazioni dopo un intervento chirurgico. All'apice della fama negli anni Sessanta, Sam & Dave hanno prodotto canzoni rhythm-and-blues con una regolarità eguagliata da pochi altri artisti. Quando Soul Man raggiunse la vetta delle classifiche R&B e arrivò al secondo posto nelle classifiche pop nel 1967 (vincendo anche un Grammy), il suo successo contribuì ad aprire porte che consentirono ad altri artisti neri di farsi ascoltare anche da un pubblico bianco. Gli spettacoli dal vivo del duo erano così travolgenti - Sam e Dave erano soprannominati i "Sultani del Sudore" e "Doppia Dinamite" - che persino un artista carismatico come Otis Redding era riluttante a esibirsi nello stesso programma per timore di finire in ombra. Sia Sam che Dave avevano cominciato a cantare in chiesa e il duo aveva trasformato la "chiamata e risposta" della musica gospel in un frenetico spettacolo sul palco: Moore una volta parlò della necessità di "liquefare" il pubblico prima di poter considerare uno show un successo.
Dave Prater è morto nel 1988 in un incidente stradale, sette anni dopo la rottura e l'ultimo concerto in coppia a San Francisco. Quattro anni dopo Sam & Dave, che hanno influenzato musicisti tra cui Michael Jackson, Al Green e Bruce Springsteen, sono entrati nella Rock and Roll Hall of Fame. Moore, un tenore, e Prater, un baritono, si erano conosciuti durante una serata per dilettanti al King of Hearts di Miami nei primi anni '60. I due giovani, ancora inesperti, finirono per caso insieme sul palco: Prater aveva difficoltà a ricordare le parole di una canzone, e Moore gliele aveva suggerite. Si intesero immediatamente con il pubblico. Lo status leggendario di Sam & Dave era talmente importante che alla Stax Records di Memphis, Tennessee, Moore e Prater erano secondi solo a Redding.
La vita di Moore si divide in tre capitoli: ancora al liceo, sulle orme del padre che era stato un donnaiolo impenitente senza arte né parte, era stato spedito in ospedale dal marito di una donna che aveva portato a letto, poi in carcere per sfruttamento della prostituzione. La musica lo aveva salvato: aveva cominciato a cantare in una chiesa battista di Miami, poi in un gruppo a cappella e in un altro gospel prima di conoscere Prater. Il secondo atto fu al fianco di Prater, tra rotture e riconciliazioni, intossicazioni di alcol e problemi di droga. Il loro - scrive oggi il New York Times - fu un rapporto di affari, mai un'amicizia. Dopo la rottura con Dave (che aveva cominciato a far concerti con un altro Sam, Sam Daniels), nel 1982 Moore aveva sposato Joyce McRae che l'aveva aiutato a tornare sobrio, riprendere a lavorare e guidato da manager verso un riuscito crepuscolo professionale. Nel 2002 era uscito un album solista, Plenty Good Lovin', registrato nel 1970 per Atlantic ma rimasto nel cassetto, nel 2019 il Grammy alla carriera.
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