Mentre da Julien's a Los Angeles
stanno per andare all'asta manoscritti, bozze di canzoni e
perfino un ciondolo con una ciocca dei capelli, a quasi un
decennio dalla morte i figli del leggendario musicista e poeta
canadese Leonard Cohen sono tornati alla carica facendo causa al
suo studio legale. L'accusa di Adam e Lorca Cohen e' di aver
coperto "illeciti" da parte dell'ex manager Robert Kory, lo
stesso che avrebbe dovuto sostenere il ritorno 'on the road'
dell'allora 73enne autore di Hallelujiah e Bird on the Wire per
recuperare oltre cinque milioni di dollari di cui lo aveva
defraudato la prima storica manager (e a un certo punto compagna
di letto) Kelley Lynch,.
La nuova causa presentata davanti alla Los Angeles Superior
Court punta i riflettori sulla vulnerabilita' a cui gli artisti
vanno incontro quando affidano a manager o altri la gestione dei
loro affari. La nuova vicenda prende le mosse quando nel 2022
Adam e Lorca cercarono con successo di rimuovere il manager
Robert Kory dal suo ruolo di amministratore unico dei beni
paterni grazie al quale si era autorizzato a saccheggiarne a
volonta' le casse per svariati milioni di dollari.
I figli accusano ora lo studio legale Ervin Cohen & Jessup di
Beverly Hills di aver protetto il manager falsificando documenti
che avrebbero autorizzato Kory a nominarsi amministratore contro
la volonta' del padre. "Cohen dipendeva dagli avvocati per
proteggere gli interessi della famiglia e loro hanno fallito",
ha detto John Rushing, un legale che rappresenta gli eredi.
Un artista geniale due volte truffato nella vita. Nel 2005,
ormai in pensione dopo decenni di musica, poesia, romanzi, premi
e un lungo periodo in un monastero buddista sul Mount Baldy,
Cohen aveva accusato la Lynch di avergli rubato oltre 5 milioni
di dollari lasciandolo con soli 150 mila dollari in cassa. Ormai
anziano e in cattive acque finanziarie, Leonard nel 2008 si
rimise 'on the road' e, in cinque anni e 387 concerti davanti a
due milioni di persone, riusci' a incassare 85,7 milioni di
dollari, che, accusano adesso i figli, sarebbero finiti
impropriamente in mano a Kory che, paradossalmente, era stato
quello che lo aveva incoraggiato a rimettersi in gioco per la
prima volta in 15 anni: "Sulle prime non lo voleva fare. dal suo
punto di vista andare in tournee era un disastro. Diceva che
salire sul palco era l'opportunita' di mille umiliazioni", aveva
detto Kory a Billboard nel 2016 all'indomani dalla morte.
Intanto Julien's a fine febbraio si prepara a offrire
all'incanto lettere inedite, taccuini, fotografie, disegni
erotici e monete dell'I Ching. Ci sara' anche, con prezzo di
partenza di tremila dollari, il leggendario berretto da
pescatore greco che lui considerava come un "cappello magico" e
una fonte d'ispirazione. Nel 1964, Leonard disse al poeta Irving
Layton: "Ho scritto tutte le mie prime canzoni indossando questo
cappello. Te lo darò e anche tu potrai scrivere canzoni e
guadagnare molti soldi". Il tutto ora e' offerto all'asta da
Anjani Thomas, l'ultima partner del cantante e da Aviva Layton,
la moglie australiana di Layton che fu a lungo amica di Marianne
Ihlen, la donna che ispiro' So Long Marianne.
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