"Avevo già scritto i primi sei brani.
Un titolo ancora non c'era. Poi comincio a vedere la Rosa dei
venti dappertutto: tatuata sul braccio di un cameriere, su un
mosaico per terra, su una lettera che mi spediscono degli amici.
A quel punto mi sono detta: sarà forse questo il titolo che non
mi viene? E allora è nato anche il brano". Così Gaia, dopo il
tormentone estivo di Sesso e samba e dopo la partecipazione
all'ultimo Festival di Sanremo (con il video del suo coreografo
Carlos Diaz Gandia diventato virale) esce ora con il suo terzo
album, il primo interamente in italiano: Rosa dei venti.
Un lavoro di scrittura personale, istintivo e autentico, quasi
un flusso naturale su i suoi vent'anni, frutto anche dei viaggi
tra Amazzonia a Islanda, con tredici tracce, di cui dodici
inediti in aggiunta al brano sanremese Chiamo io chiami tu, e le
speciali collaborazioni con Capo Plaza, Guè, Lorenzza e
Toquinho, disponibile dal 21 marzo per Columbia Records/_Sony
Music Italy (già in preorder). Un progetto che apre al suo
diario personale e, tra pezzi più intimi e canzoni più
energiche, traccia un percorso alla ricerca della bussola
interiore.
"Un disco che mi ha concesso tanta libertà - dice la cantautrice
italo-portoghese presentando il progetto - Mi è piaciuto
ricordare a tutti che la nostra lingua è una coccola musicale e
che la poesia dell'italiano non si può eguagliare".
Il 7 maggio Gaia torna anche dal vivo con uno speciale concerto
evento, prodotto da Vivo Concerti, al Fabrique di Milano. A
marzo e aprile, invece, il tour negli instore di tutta Italia
per incontrare i fan e firmare le copie di Rosa dei venti.
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