Federacciai segue "con interesse" lo
sviluppo delle tecnologie legate al nucleare e conta "che con i
tempi necessari al governo e al parlamento per avviare una nuova
regolamentazione e stabilire una sperimentazione si possa
pensare, nel giro di 10 anni, di avere macchine di questo tipo,"
che rappresenterebbero "una soluzione strutturale" al nodo
dell'approvvigionamento energetico. A dirlo è stato oggi il
presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, in audizione davanti
alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera,
nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul ruolo dell'energia
nucleare nella transizione energetica.
"Le rinnovabili vanno bene - ha spiegato Gozzi -, ma noi
abbiamo un esercizio di 8 mila ore l'anno, quando riusciamo a
coprirne 2mila/2.500 con le rinnovabili abbiamo il problema che
la restante parte deve essere decarbonizzata". Per questo la
Federazione delle imprese siderurgiche italiane segue "con
attenzione tutta la pista di sviluppo delle tecnologie Smr
(Small modular reactors) e Mmr (Micro modular reactors), che
hanno la grande novità di prevedere reattori più piccoli, che
potrebbero essere per i distretti industriali assolutamente
adeguati".
Nel frattempo, in assenza di un prezzo unico europeo -
l'industria energivora italiana ha pagato mediamente 120 euro al
mwh, contro i 65 della Germania e i 42 della Francia, stando ai
numeri forniti dal presidente di Federacciai - se "il governo
continuerà a fare politiche per gli energivori questi 10 anni
saranno gestibili, altrimenti - ha concluso Gozzi - c'è il
rischio di uno spiazzamento competitivo progressivo e della
messa in crisi non solo della siderurgia ma anche di altri
settori fondamentali per le filiere sottostanti".
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