La crescita italiana resta inferiore a quella di Eurolandia. Dopo una crescita nel 2024 stimata allo 0,6%, meno di quanto previsto lo scorso ottobre (+0,7%), l'Italia accelererà quest'anno e il prossimo senza però riuscire però a sfondare il tetto dell'1%. Nel 2025 la crescita è attesa allo 0,7%, ovvero 0,1 punti percentuali al di sotto delle precedenti stime, e nel 2026 allo 0,9%, sopra di quanto inizialmente stimato.
A scattare la fotografia dello stato di salute dell'economia è il Fondo Monetario Internazionale nell'aggiornamento del World Economic Outlook. Gli esperti di Washington spiegano che la lieve limatura al ribasso delle previsioni è legata al rallentamento delle spese nell'ambito del Pnrr che ha fatto perdere lo slancio economico, ma anche alle sfide di medio termine dell'economia e alle incertezze che gravano a livello globale legate alle politiche economiche dei nuovi governi.
Fra queste i riflettori sono puntati soprattutto sull'amministrazione Trump, le cui decisioni sono attese avere un impatto globale. Descrivendo un'economia italiana che "stenta a recuperare vigore", la Banca d'Italia nel suo Bollettino economico osserva come "un inasprimento dei dazi" da parte della nuova amministrazione americana "avrebbe effetti significativi sulle aziende italiane che esportano verso il mercato statunitense, soprattutto le piccole e le medie".
Gli attesi dazi e la prevista stretta sull'immigrazione dell'amministrazione Trump - avverte il Fondo - potrebbero mettere sotto pressione la crescita globale e riaccendere le pressioni inflazionistiche. "Una nuova ondata di dazi potrebbe esacerbare le tensioni, diminuire gli investimenti e interrompere le catene di approvvigionamento", mette in evidenza il Fmi osservando comunque che è difficile prevedere l'effetto del protezionismo sull'inflazione. Inoltre la deregulation che il presidente-eletto americano potrebbe cavalcare rischia di aumentare le vulnerabilità del sistema finanziario.
E' in questo quadro incerto, e in un'Eurolandia che cresce sotto il potenziale, che la crescita italiana si ferma sotto l'1%, attestandosi a livelli inferiori di quanto previsto dal governo a settembre nel Piano strutturale di bilancio, quando il Pil era atteso crescere dell'1% per il 2024 e dell'1,2% per il 2025. Ma l'Italia non è la sola all'interno di Eurolandia a non correre. Il Fondo rivede infatti al ribasso anche le stime per la Francia, il cui Pil è atteso salire dello 0,8% quest'anno e dell'1,1% il prossimo. Non va meglio la Germania: dopo due anni consecutivi di recessione, la locomotiva tedesca crescerà quest'anno di un modesto 0,3% per poi accelerare al +1,1% nel 2026. Per ambedue gli anni il Fondo ha tagliato le stime, certificando come la "performance" economica tedesca "resta inferiore a quella degli altri paesi dell'area euro", a rallenta l'intera Eurolandia. Per l'area euro la crescita è prevista all'1,0% nel 2024 e all'1,4% nel 2025, inferiore quindi a quella degli Stati Uniti che continuano a "crescere sopra il loro potenziale".
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