"Il MiCAR, la normativa per
l'estensione degli strumenti virtuali alla finanza, include le
Emt (e-money token) più conosciute come 'stable coin'. La
creazione di questi strumenti, 'off the record' dei quali non si
sente l'esigenza, richiede la fissazione delle attività che ne
stabilizzino il valore: penso che esse saranno strumenti
finanziari, perché l'uso di Bitcoin, altre crypto e derivati
rappresenterebbero una contraddizione alla loro stabilità". Lo
afferma Paolo Savona, presidente della Consob.
"Decidere le caratteristiche delle Emt, prescindendo dagli
effetti sul mercato finanziario, sarebbe negare la funzione
svolta dalla Consob", aggiunge Savona aprendo un convegno sui 50
anni dell'Autorità di controllo sui mercati e la Borsa
all'università Bocconi di Milano, secondo il quale "per operare
sui mercati finanziari occorre disporre di una visione di come
essi evolveranno e avere il coraggio di persistere
nell'affrontare gli ostacoli che si frapporranno all'adattamento
necessario delle norme e dei comportamenti pratici. Tuttavia, mi
sembra che le decisioni si prefiggano di inglobare nel vecchio
assetto normativo la scienza dei dati (o, se preferite,
l'Intelligenza Artificiale e la contabilità decentrata), invece
di fare il contrario, ossia inglobare il vecchio sistema nella
scienza dei dati", aggiunge Savona.
"Ho letto che il Governo si sta interessando del problema,
ma desidero sottolineare che esso non è una materia monetaria,
che trovi soluzione senza la considerazione esplicita dei
problemi finanziari sollevati sui quali da tempo attiro
l'attenzione", conclude il presidente della Consob.
Da parte sua il sottosegretario del Mef, Federico Freni, non
condivide la creazione di una vigilanza unica sui mercati
finanziari europei se non sarà preceduta da una normativa
omogenea sui mercati finanziari a livello continentale.
"Ritengo che la vigilanza sia un posterius rispetto al regime
amministrativo ordinario, credo che una vigilanza accentrata,
che può avere un senso, non possa precedere ma debba seguire
regole omogenee", ha detto Freni intervenendo alla giornata di
studio dedicata ai 50 anni della Consob.
"C'è chi dice che una vigilanza accentrata porti a regole
omogenee, per quello che è il mio parere è il contrario" e "di
omogeneo purtroppo" in Europa "c'è bene poco". "Se avessi una
bacchetta magica" l'obiettivo "sarebbe una piena e assoluta
omogeneità delle regole e della vigilanza ma in assenza di
omogeneità di regole non credo che un accentramento delle
funzioni in Esma possa essere una soluzione", aggiunge Freni.
"Mi piacerebbe avere il Codice e non il Testo Unico dei
mercati finanziari, c'è ovviamente differenza", aggiunge il
sottosegretario al ministero dell'Economia e delle finanze,
mentre prosegue il lavoro per la riforma del Tuf. "Non credo che
le società vadano" a quotarsi in Borsa e quindi avere sede "in
Olanda solo perché il mercato ha regole più semplici del nostro,
ma comunque nel nostro caso" di riforma del Testo unico delle
disposizioni in materia di intermediazione finanziaria al quale
sta lavorando il Governo "ristrutturare non significa solo
ridipingere i muri, ma abbatterli e ricostruirli in modo più
corretto", conclude Freni.
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