"Confindustria condivide l'attenzione
posta dal governo sui conti pubblici e la necessità di proporre
un sentiero di politica fiscale realistico e, al contempo,
credibile e prudente, che permetta di alleggerire in modo
strutturale l'elevato stock di debito pubblico e la relativa
spesa per interessi". Lo ha detto il vicepresidente
Confindustria Angelo Camilli in audizione sul Psb.
"Considerato che l'output gap (la differenza tra Pil
effettivo e potenziale) resta positivo in tutto il triennio di
previsione e che la variazione annua del saldo primario
strutturale è positiva - aggiunge -, appare corretta la scelta
di attuare una politica fiscale restrittiva".
"In attesa dei maggiori dettagli che saranno descritti nel
prossimo Documento Programmatico di Bilancio, per il 2025 il
governo avrà a disposizione circa 9,3 miliardi, 15,6 per il 2026
e 25,6 nel 2027 (si tratta di importi cumulati). Assieme ad
altre coperture, queste risorse dovrebbero consentire al governo
di rendere strutturale alcune misure annunciate tra cui: il
taglio del cuneo fiscale e contributivo (il cui costo è stimato
in circa 10,8 miliardi), sostenere la domanda interna e i
redditi medio-bassi (1,2 miliardi) e comunque finanziare altre
politiche invariate (come i rinnovi dei contratti pubblici e il
rifinanziamento delle missioni internazionali). Questi spazi di
manovra riflettono - ha aggiunto Camilli - però un andamento
tendenziale delle entrate molto positivo e una dinamica della
spesa contenuta. Qualora ciò non dovesse accadere, raggiungere
gli obiettivi di finanza pubblica e implementare le politiche di
supporto a famiglie e imprese immaginate dal governo, potrebbe
risultare più complesso. Sarà importante avviare un'analisi
della spesa pubblica per recuperare eventuali risorse e rendere
più efficiente l'utilizzo delle risorse pubbliche. La
programmazione su sette anni può agevolare questo compito al
governo".
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