"Nonostante le sue giuste finalità,
la norma sulla tutela dei professionisti in malattia, o
infortunio" del 2021 "continua a perpetrare discriminazioni tra
professionisti ordinistici e professionisti associativi", visto
che "lo scorso 11 settembre con un emendamento approvato alla
Camera, presentato dal deputato Andrea de Bertoldi (primo
firmatario anche della disciplina originaria, varata nella
scorsa Legislatura, ndr), la tutela, che prevede la sospensione
degli adempimenti fiscali in caso di malattia o infortunio,
viene giustamente estesa allo stato di maternità a rischio e
alla malattia dei figli minori, sempre, però, riservando la
tutela ai professionisti ordinistici, ignorando gli oltre
480.000 fra professioniste e professionisti iscritti alla
gestione separata dell'Inps". Lo afferma il presidente
dell'Istituto nazionale tributaristi (Int) Riccardo Alemanno,
che nei giorni scorsi aveva rinnovato al ministro delle Imprese
e del made in Italy Adolfo Urso la richiesta di modifica della
legge, estendendola alle professioniste e ai professionisti
associativi, e ha inviato, congiuntamente alla consigliera
nazionale con delega alle Pari opportunità Monica Cerva, una
nota alla ministra della Famiglia Eugenia Maria Roccella,
evidenziando come una giusta tutela, poiché applicabile anche in
caso di maternità a rischio e/o di malattia dei figli minori,
diventi una "discriminazione nella discriminazione".
Per i vertici dell'Int "la doverosa estensione alle
professioniste e ai professionisti associativi delle tutele in
caso di malattia, infortunio e maternità, che peraltro non
incide assolutamente sulle competenze professionali, e neppure
potrebbe essere considerata come una surrettizia equiparazione
tra ordini e associazioni professionali, va considerata un atto
di giustizia e di civiltà sociale." Nella missiva, inviata a
Roccella, si legge, infine, nella nota dei tributaristi, è
allegata una proposta di emendamento che risolverebbe la
querelle sulle tutele in caso di malattia e ristabilirebbe
l'equità di trattamento per donne e uomini che lavorano e danno
lavoro.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA