L'ex presidente della Bolivia Evo
Morales (2006-2019) ha detto che chi lo accusa non vuole
giustizia, ma piuttosto lo vuole 'eliminare' in vista delle
prossime elezioni, che si terranno il prossimo agosto, dopo che
un tribunale lo ha dichiarato 'in ribellione' emettendo un nuovo
mandato di arresto contro di lui dopo la mancata comparizione in
una seconda udienza per un caso che lo vede accusato di tratta
aggravata di esseri umani.
"Questa 'giustizia' agisce come ai tempi dell'inquisizione:
senza prove, ma con convinzioni soggettive. I miei accusatori
non cercano giustizia, vogliono mettermi al bando ed eliminarmi
prima delle prossime elezioni presidenziali in Bolivia", ha
pubblicato l'ex presidente sul suo account ufficiale di X.
"Mancava solo che ordinassero che venissi squartato subito in
una piazza, come accadeva nella Colonia quando i conquistatori
(spagnoli) punivano severamente gli indigeni che si ribellavano
all'oppressione", ha aggiunto Morales, assicurando che la
dichiarazione di ribellione contro di lui "era già scritta prima
dell'udienza" e che "è stata sicuramente inviata dai ministeri
degli Interni e della Giustizia affinché il giudice la
leggesse".
"Denuncio al mondo che mi perseguita e mi condanna a tempo di
record una 'giustizia' faziosa e servile nei confronti del
governo di (Luis) Arce che domina l'intero potere giudiziario",
ha concluso Morales.
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