Il presidente del Cile,
Gabriel Boric, ha reso una dichiarazione volontaria davanti al
procuratore regionale di Coquimbo, Patricio Cooper, al Palazzo
de La Moneda, nell'ambito dell'indagine per l'acquisto fallito
della casa dell'ex presidente Salvador Allende (1970-1973).
L'indagine verte su presunte irregolarità nel tentativo di
acquisizione dell'immobile da parte dello Stato.
Secondo la
denuncia presentata dall'ong Fundación Fuerza Ciudadana, guidata
da Raimundo Palamara, ex costituente del Partito repubblicano di
estrema destra, il contratto avrebbe dovuto essere firmato dalla
senatrice Isabel Allende e sua nipote, l'ex ministra della
Difesa Maya Fernández, entrambe proprietarie della casa e del
Partito socialista, che sono legalmente impedite a stipulare
questo tipo di accordi con lo Stato.
La portavoce del Governo cileno, Aisén Etcheverry, ha
informato in una conferenza stampa che la dichiarazione del
presidente è durata circa un'ora, durante la quale Boric ha
fornito informazioni relative al caso per "contribuire con
l'indagine".
Il procuratore Cooper, in un'intervista con radio Duna, ha
spiegato che il presidente Boric non era obbligato a comparire
né a rispondere alle domande, ma ha apprezzato la sua
disponibilità, riporta il sito all news cileno El Mostrador.
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