Amnesty International ha denunciato
"irregolarità" e "mancanza di trasparenza" nel processo di
liberazione dei detenuti promosso un mese fa dal governo di Cuba
a seguito della decisione degli Stati Uniti di ritirare L'Avana
dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo, e rallentato dopo
il passo indietro di Washington per decisione del neopresidente
Donald Trump.
"Le autorità cubane non hanno riconosciuto l'esistenza di
persone detenute per motivi politici, non hanno pubblicato una
lista di nomi di coloro che saranno inclusi in questo processo e
non hanno avuto la volontà di garantire la liberazione immediata
e incondizionata di prigionieri di coscienza come Luis Manuel
Otero Alcántara, Maykel Castillo, Loreto Hernández, Roberto
Pérez Fonseca o Saylí Navarro", scrive la direttrice dell'Ong
per le Americhe, Ana Piquer. "Queste persone e tutti coloro che
sono stati arrestati semplicemente per aver alzato la voce
devono essere rilasciati", prosegue.
Il governo di Miguel Diaz-Canel si era impegnato a scarcerare
553 persone, tuttavia al momento è stata concessa la libertà
solo a 172 detenuti politici. "Centinaia di famiglie hanno
vissuto tra angoscia e speranza, in attesa di una telefonata o
di una notifica, senza alcun criterio o elemento che permettesse
loro di sapere se i loro cari saranno rilasciati. La persistenza
di un contesto repressivo e il mancato riconoscimento
dell'arbitrarietà e dell'ingiustizia dei procedimenti giudiziari
contro queste persone le pongono in una situazione di estrema
violazione dei loro diritti", ha concluso Piquer.
La maggior parte dei carcerati rilasciati stavano scontando
la pena per la loro partecipazione alle proteste anti
governative dell'11 luglio del 2021.
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