La mostra "We love science", un ponte
tra l'arte e la scienza, viene inaugurata il 30 gennaio
all'Istituto Italiano di cultura di Oslo . L'esposizione è il
frutto del lavoro di otto artisti che si sono lasciati ispirare
e hanno avuto occasione di confrontarsi con ricercatori e
scienziati di altrettanti centri di ricerca. Le opere esposte,
realizzate con diverse tecniche, restituiscono così
l'interpretazione artistica dell'innato desiderio che ha l'uomo
di sperimentare e innovare.
I centri di ricerca coinvolti sono: Osservatorio Astronomico
dell'Istituto Nazionale di Astrofisica alle Canarie, Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia del Vesuvio,
Elettra-Sincrotrone di Trieste, Istituto Nazionale Studi
Esperienze Architettura Navale di Roma, Miniera di Sos Enattos
in Sardegna, Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Istituto
Nazionale di Astrofisica di Cagliari e Agenzia Spaziale Italiana
(sede di Matera). I protagonisti del progetto sono gli artisti
Serena Vestrucci, Margherita Raso, Davide Stucchi, Jonathan
Vivacqua, Irene Fenara, Giulio Bensasson, Antonio Della Guardia
e Ruth Beraha.
La mostra itinerante è stata inaugurata all'Istituto Italiano
di Cultura a Cracovia nel 2023 su progetto originale del
Ministero degli Affari Esteri per promuovere e valorizzare il
dialogo fra ricerca artistica e ricerca tecnologica.
All'inaugurazione saranno presenti i curatori Ludovico Pratesi
e Marco Bassan e l'artista Ruth Behara. Dopo la visita
all'Istituto Nazionale di Astrofisica - Telescopio Galileo
sull'isola di La Palma nell'arcipelago delle Canarie, Ruth
Behara si è interrogata sui meccanismi alla base della visione e
ha realizzato una scultura in vetro scuro, con un volto impresso
all'interno, che ricorda un frammento di asteroide. Una sorta di
oggetto misterioso, riflettente, che riprende l'idea di uno
sguardo che si riflette, quindi impossibile.
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